La manifestazione no mask a Roma di ieri ha visto almeno 1500 persone scendere in piazza per protestare contro le mascherine. Apolitici a parole, non nei fatti.
Dopo Londra e Berlino, anche Roma ha accolto una manifestazione no vax, svoltasi presso la chiesa di Santa Maria in Cosmedin. Pur non essendo numerosissimi (i partecipanti stimati dalla Questura sono 1500, mentre dagli organizzatori 2800), si sono fatti decisamente notare
“Noi siamo il popolo. Noi non siamo negazionisti né terrapiattisti, siamo ‘risveglisti’. Noi neghiamo il virus per come ci è stato raccontato, che è servito ad atterrirci, la strategia del terrore che ha chiuso tante persone in casa in attesa che si aggravassero per poi portarle in ospedale a morire”
Poche parole, quelle dei no mask, ma decisamente chiare. Ieri pomeriggio la piazza della Bocca della Verità (sede dell’omonima maschera di marmo) ha ospitato quella che doveva essere un’altra grande manifestazione no mask. Dopo le decine di migliaia di persone di Londra e Berlino, ci si aspettava un raduno di pari dimensioni. E invece il risultato è stato quasi l’opposto: le stime degli organizzatori (quelle più generose) sfiorano le 3000 presenze, mentre la Questura arriva a 1500.
A farla da padrone sono state le associazioni: Madri in rivolta, Popolo delle mamme, i no vax e i no max. Mentre sul palco si sono alternati i rappresentanti di queste, Giuliano Castellino (leader di Forza Nuova), l’ex deputata M5S Sara Cunial, la conduttrice Eleonora Brigliadori.
No ai partiti, si alla politica
Gli organizzatori hanno voluto proibire bandiere e in generale simboli di partiti, in favore dei tricolori. Eppure, nonostante la volontà di mantenere la manifestazione apolitica, qualche segnale era ben visibile: apprezzamenti per Putin, Trump e lo stesso Castellino; fischi a Draghi, Mattarella, Papa Francesco e Zingaretti. In ogni caso tutti i no mask rifiutano la definizione di negazionisti:
“Noi non siamo negazionisti, siamo contro la dittatura sanitaria, contro l’obbligo vaccinale perché non si mettono più le mani sui bambini”
Il dibattito, alla fine, sembra ancora lontano dal finire. Ma far capire chiaramente chi si disprezza e chi no mentre ci si dichiara estranei alla politica non è certo segno di coerenza.