Il ritmo è il motore del mondo, tutto va secondo un preciso movimento scandito, preciso, affidabile. Con numerose deviazioni, l’universo circola secondo una musicale metrica didascalica. David Fincher è il regista del ritmo.
Stavolta per David Fincher è un affare di famiglia.
David Fincher dal 2017 disperso nei meandri della serialità televisiva con “Mindhunter”, thriller fincheriano momentaneamente sospeso, è dal 2014 che non si palesa sul grande schermo, dal contortissimo “Gone girl – L’amore bugiardo” col Ben Affleck e la splendida Rosamund Pike. Non ci sarà ancora troppo da attendere, molto si ma troppo no, perchè sono in corso le riprese del suo prossimo film che sarà particolarmente personale in quanto è l’adattamento di una sceneggiatore scritta anzitempo dal padre del regista.
David Fincher è come l’Olanda di Cruijff, totale. Regista di film, documentari, videoclip, serie e inoltre produttore, sceneggiatore e anche attore.
“Mank” è il titolo del nuovo film del regista del Colorado. Oramai incasellato nelle tentacolari ventose di Netflix, è prodotto dal magnate over the top. Ambientato negli anni 30′ in una Hollywood in fase di sviluppo è la biografia del grande sceneggiatore Herman J. Mankiewicz, interpretato dall’enorme Gary Oldman, autore della sceneggiatura premio Oscar del capolavoro “Quarto potere” di Orson Welles. Personaggio camaleontico, cinico, alcolizzato e geniale, sarà affiancato dalla segretaria Rita Alexander (Lily Collins) e l’attrice Marion David (la splendida Amanda Seyfried).
Il film come detto scritto da Jake Fincher, caporedattore di Life Magazine, ripercorre un’era straordinaria del cinema americano che da lì in poi non avrebbe più conosciuto limiti (tranne una piccola crisi negli anni settanta ma è un’altra storia).
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