Le modalità di metabolizzazione del ricordo è l’insieme di delicati processi interpersonali sovente richiusi presso un ego smorzato dal dolore e raramente espressi. Quando la volontà diventa tale da riuscire ad esternare i sentimenti sopiti il risultato è una totale liberazione da vecchi complessi psicologici e consapevolezza annessa. Paolo Sorrentino è pronto per questo cruciale passaggio.
Omaggio a Maradona nella nuova opera del regista.
Avevamo lasciato Paolo Sorrentino nei meandri della lineare New York accompagnato da una delle grandi stelle di Hollywood Jennifer Lawrence, intento alla realizzazione di “Mob Girl”. Questo ambizioso scenario risaliva al pre-lockdown quando il regista partenopeo si affidava all’oltreatlantico per ipotetici sogni di gloria. Al suo ritorno si è palesato il paradosso, il nuovo progetto, più vicino che mai, dalla lontana New York alla personalissima Napoli, agognato ritorno alle origini.
Paolo Sorrentino regista ormai di taratura internazionale conquistata attraverso uno stile personale, riconoscibile, autoriale, sorrentiniano.
Sono iniziate le riprese di “E’ stata la mano di Dio”, titolo che omaggia evidentemente il gesto sportivo più iconico perpretato da un ispirato Diego Armando Maradona durante “Mexico 86”. Calciatore che ha salvato la vita all’autore cinematografico permettendogli di vivere da lontano la più grande tragedia della sua vita, la morte dei genitori. Un’autobiografia, dunque, nella quale uno dei protagonisti dovrebbe risultare il feticcio Toni Servillo, d’altronde immancabile essendo già stato il Toni Pisapia protagonista del primo ed ultimo film napoletano del regista tale “L’uomo in più”.
Il film prodotto da Netflix non ha ancora una data d’uscita ma certamente uscirà presso un limitato numero di sale cinematografiche dilagando nel mentre a schermo ridotto.
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