A differenza di quelli dei decessi, i numeri dei contagi da Coronavirus non sono in aumento nel nostro Paese. Tuttavia, in caso di nuovi focolai, lo Stato è pronto ad intervenire; come a La Spezia, infatti, si potrebbe decidere d’istituire delle piccole zone rosse.
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Che cosa è successo a La Spezia
In queste ore, In Liguria, a La Spezia, il quartiere Umbertino sta affrontando un doloroso viaggio indietro nel tempo, trascinando i suoi abitanti fino alla primavera da incubo che gli italiani si sono da poco lasciati alle spalle. Qui, in occasione della promozione della squadra di calcio in Serie A, c’è stata una festa; quello che sarebbe dovuto essere un evento lieto, in realtà, si è ben presto trasformato in un evento drammatico. Il focolaio esploso ha dato vita ad una nuova – ed ennesima – quarantena. Non si esclude che quanto accaduto in questo quartiere non possa replicarsi anche in altre zone d’Italia, dato che l’Iss (Istituto superiore di sanità) ha dichiarato che l’epidemia di SARS-Cov-2 sta peggiorando, seppur lentamente.
Calano i contagi, ma aumentano i decessi
Sappiamo che venerdì 18 settembre il numero dei positivi ammontava a 1.902, e che il virus si diffondeva prevalentemente in contesti familiari. Per fortuna, stiamo assistendo ad un progressivo calo dei contagi: ad oggi, coloro i quali hanno contratto il Covid sono circa 1.638. D’altra parte, sta crescendo sia il numero delle persone in isolamento che quello dei decessi. Il bollettino dell’Iss ci segnala che le vittime del virus sono 24, e questo è il dato più alto dal 7 luglio, quando esse erano invece 30. Dopotutto, gli esperti sapevano da tempo che avremmo dovuto fare i conti con i rientri dalle vacanze dei mesi estivi. Infatti, da 150, alla fine di agosto, si è giunti a 1.000 casi al giorno.
Le micro zone rosse come soluzione
I dati, dunque, parlano chiaro: questo non è il momento per lasciarsi cogliere di sorpresa ed impreparati dal Coronavirus. Pertanto, Palazzo Chigi ed il Ministero della Salute tengono costantemente la situazione sotto controllo, e si dicono pronti ad intervenire nell’immediato, nel caso in cui ce ne fosse bisogno. La soluzione a cui si è pensato è proprio quella che è stata messa in atto a La Spezia – nel suddetto quartiere, dove ora vige il divieto di assembramento – oppure a Palermo. Ieri, il governatore siciliano Nello Musumeci, dopo i 33 tamponi con esito positivo su migranti e clochard, ha preso la decisione di trasformare i quattro centri in cui essi sono ospiti in quattro zone rosse.
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