Niente Quota 100 per il 2022, cosa succederà?

Quota 100, che permette di andare in pensione con 62 anni d’età e 38 di contributi, non sarà più in vigore il 31 dicembre 2021. Come potrebbero dunque cambiare le pensioni dal 2022?

«Quota 100 è un progetto triennale di riforma che veniva a supplire a un disagio sociale. Non è all’ordine del giorno il rinnovo di quota 100». Lo dice il premier Giuseppe Conte al festival dell’Economia di Trento, precisando che piuttosto «tra le riforme che ci aspettano possiamo anche lavorare su quella delle pensioni. Dobbiamo metterci attorno a un tavolo: ad esempio fare una lista dei lavori usuranti mi sembra la prospettiva migliore. Un professore universitario vorrebbe lavorare a settant’anni, mentre in tanti lavori usuranti non possiamo prospettare una vita lavorativa così lunga. Dobbiamo avere il coraggio di differenziare». Anche la Corte dei conti, qualche giorno fa, aveva dichiarato l’insostenibilità di quota 100 sul lungo periodo: «In un sistema pensionistico a ripartizione ed in cui la maturazione del diritto a pensione prescinde dal regolare versamento dei contributi nel corso della vita lavorativa, va verificata la sostenibilità della spesa nel lungo periodo», denunciava la massima magistratura contabile.

Niente Quota 100 per il 2022, cosa succederà?

Quota 100, misura varata dal governo Lega-M5s verrà archiviata. Lo ha annunciato ieri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, spiegando che” è progetto triennale di riforma che veniva a supplire a un disagio sociale che si era creato. Non è all’ordine del giorno un rinnovo”, ha detto al Festival dell’Economia. Come ha spiegato oggi anche il ministro Boccia “La fine era già prevista dalla norma del governo gialloverde. Ci confronteremo con le parti sociali e sicuramente ci saranno distinzioni tra lavori usuranti e non, come già accaduto in passato”.

Il governo sta studiando possibili misure alternative al raggiungimento dei 67 anni di età necessari per accedere alla pensione di vecchiaia. Per il momento si tratta soltanto di ipotesi. Il nuovo meccanismo, secondo quanto riporta il ‘Corriere della Sera’, potrebbe prevedere una soglia di accesso alla pensione a 63-64 anni con 38-39 anni di contributi, con l’introduzione di penalizzazioni legate al calcolo contributivo. La ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo farà partire un negoziato con i sindacati, nel quale verranno discusse le misure che entreranno nella manovra per il 2021. Come scrive Enrico Marro sul ‘Corriere della Sera’ non ci saranno molte novità nella manovra “perché non è intenzione del governo entrare in rotta di collisione con la Commissione europea, preoccupata per l’andamento prospettico della spesa pensionistica in Italia, mentre si è in attesa di rendere operativo il Recovery fund col quale l’Europa dovrebbe mettere a disposizione del nostro Paese 209 miliardi tra prestiti e trasferimenti”.