Trecking nel Parco Naturalistico e Archeologico di Vulci

Vulci – laghetto del Pellicone – foto da web

Il Parco Naturalistico e Archeologico di Vulci sorge nel cuore della Maremma laziale, sul pianoro dove scorre il fiome Fiora. Un luogo nascosto dove è possibile praticare un trekking ricco di natura e di storia.

Vulci

Vulci, antica città prima etrusca e poi romana, nasconde i sui ruderi in una parco di ricco interesse naturalistico. All’arrivo al Centro Servizi dell’Area Archeologica di Vulci è possibile scegliere tra due percorsi diversi. Si può, infatti, percorrere un itinerario ad anello di circa 2 chilometri oppure una passeggiata più lunga, di circa 4 chilometri. Quest’ultimo percorso si snoda ad anello attorno all’area archeologica.

Percorso Archeologico

Di interesse è la visita ad una Domus romana risalente al II-I secolo a.C di ben 3.300 metri quadri, abitazione rinvenuta durante gli scavi eseguiti negli anni Cinquanta. La casa, costruita su precedenti resti etruschi, era suddivisa in tre parti come le grandi domuns romane. Una zona era destinata agli ospiti e a  un luogo dedicato ai Lari; una seconda zona era riservata all’uso privato con lo studio, gli ambienti per il convivio e l’impianto termale; l’ultima area era dedicata ai servizi con a disposizione di due latrine.

Vulci – Museo – foto da web

Il Parco naturalistico

Continuando la passeggiata si arriva ad un’area di prati e pascoli vicino  al  fiume Fiora, dove è facile incontrare cavalli e mucche maremmane allo stato brado. Attraversato il pianoro si gode la vista della bellezza delle forre del Fiora. Risalendo verso nord si raggiunge il pittoresco lago del Pellicone. Qui lo specchio di acqua circondato da pareti di roccia vulcanicariceve una suggestiva cascata . Il laghetto è stato teatro di numerosi ciak cinematografici. Tra questi ricordiamo Non ci resta che piangere (1984) con l’esirelante scena di Troisi e Benigni che giocano a carte con Leonardo; Tre uomini e una gamba (1997) con il fantastico Aldo che si esibisce nel nuoto sincronizzato. In ultimo anche il film Il filo pericoloso delle cose – Eros (2004) di Michelangelo Antonioni ha qui trovato la location ideale.