Lapadula ‘il peruviano’: “Pronto ad accettare il Perù”

Gianluca Lapadula vuole continuare a far bene in Serie A. Dopo l’ottima annata al Lecce, conclusasi comunque con la retrocessione in Serie B del club salentino, il Benevento di Filippo Inzaghi ha deciso di affidarsi all’ex Genoa per portare esperienza (e goal) in attacco. Il suo ottimo momento potrebbe aprirgli definitivamente anche le porte del calcio internazionale dedicato alle Nazionali. L’attaccante, nato a Torino, è figlio di madre peruviana e potrebbe rispondere alla chiamata della rappresentativa sudamericana. Un motivo in più d’orgoglio per una punta che, durante l’ultima stagione, ha timbrato il cartellino in modo (quasi) sistematico.

Lapadula (Getty Images)
Lapadula (Getty Images)

Lapadula a tutto tondo: le parole della punta sannita

Un passato al Lecce ed un presente a Benevento. Con i colori giallorossi nel destino. Il futuro di Gianluca Lapadula, però, potrebbe diventare internazionale: la Nazionale del Perù, infatti, potrebbe avvalersi della sua vena realizzata per i prossimi impegni. Intervistato da Sky Sport, la punta piemontese ha parlato anche di questa possibilità toccando tantissimi argomenti:

Sono nella mia migliore condizione fisica, non ho nessun problema e questo mi consente di avere sicurezza e serenità. Ho tanta voglia di recuperare il tempo perso, è un percorso che ho iniziato lo scorso anno a Lecce, dove ho ritrovato me stesso. Ringrazio il presidente Sticchi Damiani, il suo entusiasmo l’ho ritrovato qui sin dal primo giorno nel presidente, nell’allenatore e nei compagni”.

Le parole su Inzaghi: “Averlo come allenatore fa sentire un attaccante vivo e sempre sul pezzo. Sono sempre pronto ad attaccare il primo palo o ad andare sul secondo o a rimorchio, sempre sul filo del fuorigioco. Sono molto contento di come ho giocato contro il Bologna. Vorrei rubargli la qualità di non essere mai in fuorigioco”.

La sfida alla Roma di Dzeko: “È un grande attaccante, mi piace tantissimo. Riesce a ripulire ogni palla, che sia alta sporca o forte. Ha sia una grande struttura fisica che qualità. Dobbiamo pensare solo alla Roma senza andare oltre, può essere un confronto che ci farà sentire pronti e che può darci grande fiducia. Non solo per il risultato ma per l’atteggiamento. Dobbiamo tornare da Roma con l’autostima più alta”.

Fantacalcio e tatuaggi: “Ho amici che sono molto accaniti, ma non ho mai fatto il fantacalcio. Quest’anno punterei su me stesso, ogni tanto qualche battutina me la fanno, ma non mi mette alcuna pressione. Tatuaggi? Ho voluto imprimere sulla mia pelle ciò che mi appartiene, non ho mai avuto l’opportunità di conoscere personalmente il Perù, nazione che conosco solo dai racconti di mia madre. Nell’ultimo periodo la mia curiosità è cresciuta e ho visto diversi video tra cui uno in cui si vede una festa a Paramonga per il Patron de la Soledad dove si utilizzano tanti simboli Inca, tra cui la bandiera del tahuantinsuyo e i copricapo con le piume. E’ questa la motivazione del mio tatuaggio. Un giorno vorrei coronare il sogno di andare in Perù”.

Passaggio sulla Nazionale del Perù: “Quattro anni fa è venuto il Ct Gareca a conoscermi. Abbiamo parlato di questo discorso della Coppa America ma era in concomitanza con i play off del Pescara e pensai che accettare la chiamata di una nazionale a cui ero poco legato non sarebbe stato corretto. Non è certamente tramite un tatuaggio che dirò al ct e al Perù che ho accettato la nazionale, se dovessi avere questo pensiero la prima persona a saperlo sarebbe Gareca. Oggi conosco meglio le mie radici e sono più consapevole e orgoglioso che dentro di me ci sia sangue peruviano”.

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