Migliaia di persone sono scese durante la notte lungo le strade di Napoli, per protestare contro le nuove misure indette dal presidente della regione De Luca. Ci sono stati scontri tra i manifestanti e la polizia e lanci di fumogeni davanti al palazzo della Regione. Ma chi c’era veramente dietro la rivolta?
La protesta dei commercianti
«I politici non sanno nulla, scendiamo in piazza a protestare. Ci stanno uccidendo, fate la vostra parte», ha urlato un manifestante nel megafono. «Ci avete imprigionati, abbiamo i figli a casa». Fino al 13 novembre, la Campania ha imposto il coprifuoco che vieta di uscire nelle ore notturne, ecco per effettuare spostamenti per comprovate esigenze di salute o lavorative.
Negozianti, commercianti, operatori del mondo della movida di Napoli e dell’hinterland hanno sfilato al grido di “Libertà, Libertà”, bloccando il traffico cittadino e manifestando tutta la preoccupazione ed il disagio delle nuove normative.
Richiesta di stop ai pagamenti
«Possono anche chiuderci, ma almeno devono darci la possibilità di sostenere le nostre attività con degli aiuti. Se siamo a questo punto è anche perché, forse, spesso non siamo stati tutelati. In passato qualcuno ha fatto finta di niente, forse è anche per questo che ci ritroviamo in questa situazione». I lavoratori hanno chiesto a gran voce la cassa integrazione immediata, il blocco dei fitti in caso di chiusura, la sospensione di tasse, utenze e dell’iva.
Il punto di vista del Viminale
Secondo il Viminale, ciò che è successo ieri in Campania si tratta non di una protesta spontanea, ma di azioni preordinate. Per Matteo Mauri «sono delinquenti che risponderanno di quello che hanno fatto».
Per Nicola Morra, invece «Ieri sera a Napoli, nell’irrazionalità di tante persone evidentemente inconsapevoli di quanto stavano facendo, c’era anche una sapiente regia. […] Tutti coloro che hanno sempre e soltanto ostentato sprezzo per le evidenze che la realtà ci ha offerto in tutti questi mesi». «Questi individui – ha aggiunto – con la loro irrazionalità narcisistica, stanno facendo danni enormi alla salute collettiva».
Il messaggio della rivolta
A Napoli, la protesta dei lavoratori è segnale della forte crisi economica che sta colpendo i lavoratori e le famiglie. Città come Napoli vivono esclusivamente di turismo, ed un blocco come quello proposto da De Luca affosserebbe completamente la situazione economica, portandola alla soglia del tasso di povertà. La fatica nel tornare al lavoro dopo le perdite economiche del lockdown, il timore di essere lasciati soli, di non ricevere i sussidi necessari, spaventano sopratutto il sud e le famiglie. Alcuni tra gli striscioni, esposti dai manifestanti, riportavano scritte come “Non si governa la povertà con la paura“, “Non fateci scegliere tra salute e lavoro“. Ora si attende la risposta del presidente della Campania.