Crimson Peak, una ghost story diretta e co-sceneggiata dal maestro dell’horror gotico Guillermo Del Toro. Una storia sospesa tra fiaba e incubo, tra leggenda e argilla. Tra l’inquietudine creata da visioni spettrali e avvertimenti dall’oltretomba, il forte contrasto cromatico in cui il rosso dell’argilla macchia il bianco della purezza diventa simbolo della lotta per la sopravvivenza.
Se anche il paranormale può spaventare a volte il vero orrore è nascosto nella realtà, ed è proprio questo concetto alla base del film. Una narrazione in cui i legami familiari passati e le loro conseguenze presenti sono il vero fil rouge, e i fantasmi non sono altro che echi di avvertimenti.
Crimson Peak: la trama
La notte della morte della madre, Edith Cushing riceve la visita del suo spirito che la raccomanda di tenersi lontano da Crimson Peak. Quattordici anni dopo, Edith (Mia Wasikowska) è una giovane appassionata di storie di fantasmi che sogna di diventare una scrittrice di racconti dell’orrore. Si innamora di Sir Thomas Sharpe (Tom Hiddleston), che spera di ottenere un finanziamento da parte del signor Cushing (Jim Beaver) per costruire un macchinario per l’estrazione d’argilla.
I due decidono di sposarsi, nonostante il padre della ragazza ed il suo amico d’infanzia (Charlie Hunnam) cerchino di mettere in luce il passato oscuro di Thomas Sharpe. In seguito alla morte misteriosa del padre, Edith si trasferisce nella dimora degli Sharpe, Allerdale Hall, dove conosce la sorella di Thomas, Lucille Sharpe (Jessica Chastain). Edith inizia a ricevere visite inquietanti di fantasmi, e scopre che la villa è la Crimson Peak da cui la mamma aveva cercato di metterla in guardia.
“Guardati da Crimson Peak“
L’elemento fondamentale del film è la spettrale e mastodontica Allerdale Hall, la dimora degli Sharpe. Guillermo Del Toro ha fatto costruire da zero l’intero edificio per avere una messa in scena realistica ed autentica. Ed infatti la dimora, conosciuta come Crimson Peak, oltre a prestare il nome al titolo è il cuore del film. Lo è in non solo in quanto luogo in cui si sviluppa buona parte dell’azione, ma soprattutto per la sua simbologia.
Crimson Peak è una magione in stile gotico, nera e spigolosa che sormonta una distesa bianca. Le sue fondamenta poggiano su un giacimento di argilla rossa che lentamente sta facendo sprofondare su se stessa l’abitazione. Il tutto è una rappresentazione simbolica della morale dei suoi proprietari. È fatiscente e decadente come i fratelli Sharpe, sta crollando risucchiata in quel rosso che rappresenta il sangue versato dai crimini commessi.
Il fantasma del legame materno
Ognuno di noi si trascina dietro dei fantasmi, ognuno di noi è ossessionato nel presente da echi del passato. Uno dei più potenti di essi è il legame che abbiamo avuto con i nostri genitori. Similmente, in Crimson Peak i protagonisti sono perseguitati dal fantasma del rapporto che hanno avuto con le proprie madri. Edith, colei che deve subire le inquietanti apparizioni dall’oltretomba dei fantasmi di Allerdale Hall, ha vissuto un’infanzia in cui la mamma è stata sua guardiana, fonte di calore e di amore, e allo stesso modo il suo fantasma continua a proteggerla.
Per i fratelli Sharpe la madre era fonte di umiliazione e di disprezzo, di freddo e buio. Uniti nella vergogna, i due hanno sviluppato un rapporto malsano contraddistinto dall’eco di quella violenza che era l’unica dimostrazione del loro legame con la madre. A fare la differenza tra le diverse concezioni di amore tra Edith e Lucille è il ruolo genitoriale che le mamme hanno avuto nella loro infanzia. Al centro c’è un Thomas passato dalla dittatura materna a quella della sorella che grazie ad Edith si risveglia regalando a lei e a sé l’unico lieto fine possibile.
Continua a seguire la redazione di Cinema e tutto Metropolitan Magazine e resta in contatto con noi su Facebook ed Instagram!
Articolo a cura di Eleonora Chionni