Pochi giorni prima che cadesse il Muro di Berlino, nel 1989, moriva a New York il fenomenale pianista russo Vladimir Horowitz. Si potrebbe parlare a lungo del suo stile inconfondibile, della sua sensibilità artistica, delle sue peculiarità come pianista, o delle numerose incisioni che hanno fatto la storia del pianoforte del XX Secolo.
Fino a pochi anni prima della morte era ufficialmente nato nel 1904, anche se in verità era nato nel 1903. La “verità ufficiale” si era resa necessaria per evitare il servizio militare obbligatorio dell’allora Impero Russo, che Horowitz scampò per poter andare a studiare con Arthur Schnabel, un vero gigante del pianoforte del secolo scorso.
Lo stile di Horowitz
A differenza di quanto è accaduto e accade ancora oggi a molti pianisti, Horowitz non ha mai apprezzato l’idea di concentrarsi su un unico autore. Anche se nel suo repertorio, naturalmente, non mancano Chopin, Liszt, e Schumann, non mancano autori di altre epoche, come Domenico Scarlatti, Mozart, e Beethoven. Ma anche autori più vicini al Novecento, come Rachmaninov, Scriabin, e Prokofiev.
Rare le sue incisioni di musica da camera, più comuni in gioventù che nella maturità, e poco comuni le esecuzioni di brani per pianoforte e orchestra, compensate però dall’altissima qualità artistica. Questo è forse uno dei tratti distintivi più forti del pianismo di Horowitz: una immensa ricchezza espressiva, una forza musicale quasi trascendente.
Assaporare la maestria di Vladimir Horowitz
Leggendo di questa meraviglia pianistica ci si può quasi chiedere in che modo sia possibile approcciare un tale gigante. In effetti sono pochissimi i musicisti che, nella storia, hanno avuto un tale grado di sensibilità, affiancato da un’altrettanto spiccata capacità di trasmettere emozioni con la loro arte. Per cominciare ci sentiamo di dire che i dischi sono senza dubbio ottimi, ma forse non sono il veicolo più appropriato per ascoltare Horowitz.
In rete è molto facile trovare esecuzioni in live, specialmente degli ultimi anni. Per capire quanto fosse immenso il pianista di origine russa si consiglia di prendere qualche minuto da dedicare esclusivamente all’ascolto. Nel silenzio, come se si fosse ad un vero concerto, si apre il video scelto e si aspetta. Quando finisce il primo brano, se si mette in pausa, è possibile assaporare una sensazione assolutamente particolare. Ognuno ha la propria versione di questa sensazione: nessuno può rimanere indifferente di fronte al genio di Horowitz.
Come ascolti di “avvicinamento”, per così dire ci permettiamo di consigliare una delle numerose Mazurke di Chopin, e lo Studio Op. 8 n°12 di Scriabin. Del resto ascoltare Horowitz è probabilmente il modo migliore per ricordarlo, dopo una vita dedicata alla musica e al pianoforte.
Umberto Turchi
Seguici su