Una grande storia d’amore è il titolo semplice ma altisonante dell’ultimo libro di Susanna Tamaro. Uscito il 17 settembre per Solferino ( pp,288) il libro ci riporta la scrittura limpida della Tamaro; limpida come acqua pulita e profonda attraverso la quale è possibile vedere il fondo e tutte le creature che vi nuotano dentro. Il mare fa da sfondo a tutta la storia, quello che bagna Venezia, e quello dell’isola in cui si rifugia il protagonista. Il rumore delle onde che si infrangono, ora sugli scogli, ora sulla riva, come un respiro a tratti affannoso, a tratti quieto, accompagna pensieri, parole e ricordi.

Una grande storia d’amore

Andrea è un capitano, un uomo che è andato per mare tutta la vita, abituato ad affrontare le tempeste così come a vivere il piacere della quiete. Una quiete a cui credeva di anelare dopo la disobbedienza alla famiglia di nobili origini, che avrebbe voluto per lui un destino diverso. Ma Andrea, si ritrova a scegliere “di nuovo” la tempesta, un mare grosso e tempestoso che si chiama Edith. Lei è una ragazza giovane e ribelle che si affaccia alla vita, e che incontra per caso sul traghetto che porta entrambi in Grecia, lui per lavoro, lei per la gita di congedo dal liceo. Quell’incontro causale, indecifrabile all’inizio, cambierà per sempre il corso delle loro vite. In un susseguirsi di incontri, avvicinamenti e allontanamenti, di coincidenze, se esistono, di liti e riappacificazioni, in un rincorrersi inconscio prima e consapevole dopo, Andrea e Edith daranno vita ad una grande storia d’amore.

Una grande storia d'amore-copertina libro-fonte pde.it
Una grande storia d’amore-copertina libro-fonte pde.it

Le persone complicate raramente hanno vite semplici

Quante dimensioni si incontrano nel corso di una vita? È una delle domande che si pone una scrittrice che ha già attraversato gran parte della sua vita. Una scrittrice come la Tamaro che ci ha abituato alle escursioni dell’animo umano. Come uno speleologo lei va a fondo nella mente e nel cuore di tutti i suoi personaggi, al punto da far sempre ritrovare quei sentimenti che appartengono a tutti. Qui la persona complicata è Edith, una ragazza come tante affascinata dal ragazzo più interessante della scuola; un trascinatore di giovani folle verso ideali di eguaglianza e libertà che si può ottenere solo superando le convenzioni piccolo borghesi e l’idea del capitalismo.

Edith ha un cuore dolorante per la perdita del padre, morto quando lei era bambina, e della madre diventata un fantasma a causa di quella perdita. Andrea è il suo opposto, un uomo già fatto, concreto, che insegue la stabilità. Ma gli opposti non si attraggono per molto, e la storia non andrebbe consolidandosi se la Tamaro non facesse crescere pagina dopo pagina il personaggio di Edith. Da ragazza idealista, dopo avere toccato con mano quelle realtà che credeva migliori della sua, torna in patria da donna disillusa e consapevole che quell’amore per Andrea, al quale era stata capace di rinunciare, era l’unico punto fermo della sua mente, del suo cuore e della sua esistenza.

Susanna Tamaro ritratto-fonte corriere.it
Susanna Tamaro ritratto-fonte corriere.it

La realtà è molto più complessa di ciò che possiamo comprendere con la nostra mente

Quello che aleggia in tutte le pagine è il legame, quel filo che continua ad unire due persone che sembrano perdersi e vivere altre vite, altre dimensioni. I protagonisti fuggono l’uno dall’altra ma rimangono sempre legati da quello che la Tamaro definisce un cordone ombelicale, che li porterà a ricongiungersi, proprio come fa con tutti quelli destinati a stare insieme. E non ci può essere ricongiungimento e pienezza di amore vissuto senza il perdono.

La Tamaro ce ne da una lettura razionale quanto vera, definendo il perdono quella capacità di scoprire con pazienza le ragioni più profonde dell’altro per capirle e accettarle. Si interroga sull’origine delle coppie, che dall’esterno possono sembrare misteriose persino ai figli che ad un certo punto, con quel mistero, si ritrovano sempre a dover fare i conti. E i conti in famiglia si fanno sempre dolorosamente. Le cose vivono nella verità quando hanno il tempo di maturare internamente, scrive la Tamaro, perché oggi non basta più andare sempre dove ti porta il cuore se quel cuore è cieco, muto, inconsapevole e acerbo.

Cristina Di Maggio

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