Quando si parla di David Bowie vengono subito alla mente le innumerevoli canzoni da lui scritte ed interpretate, che lo hanno portato ad un successo planetario e reso icona senza tempo di talento, anticonformismo ed arte pura. E se vi dicessimo che il duca bianco, cosi soprannominato per la sua eleganza, fosse in realtà anche un grande attore?

Era infatti il 1980 quando debuttò a Brodway sul palcoscenico del Center of Performing Arts, come protagonista dell’opera teatrale “ the Elephant Man”, diretto dal regista Jack Hofsiss, Bowie veste i panni del tormentato e deforme John Merrick, uomo realmente vissuto nella metà del diciannovesimo secolo in Inghilterra .

L’opera teatrale viene tratta dal libro del dottor Frederick Treves, il quale racconta di un suo paziente, appunto Merrick, affetto da una rarissima ed incurabile malattia, denominata poi nel 1893 sindrome di Proteo, poiché deformante proprio come il dio che cambiava forma a piacimento .

Il dramma del giovane John Merrick

La vita di Merrick, deriso ed emarginato dalla società che lo rifiutava e beffeggiava per il suo aspetto esteriore, conosce un periodo di serenità e di riscatto che coincide proprio nell’incontro con il dottor Treves; i due diventano amici e il medico riesce a far emergere l’anima bella, curiosa e colta del giovane paziente.

E forse proprio l’indole coraggiosa, la forza d’animo, la voglia di cambiare e di dignità del protagonista, conquistano fin da subito Bowie, convinto nel rappresentare a pieno lo spirito di questo personaggio enigmatico e che tanto lo aveva commosso ed affascinato. Senza trucchi o protesi di alcun tipo, l’artista porta in scena tutta la sofferenza che le malformazioni fisiche creavano a Merrick, con una vera e propria fatica nel riprodurre posture e addirittura un modo di parlare alterato.

L’attore David Bowie

La performance di Bowie, conquista il pubblico di Broadway ed anche la critica, che recensisce l’interpretazione: “Anche restando in silenzio e senza muoversi è tuttavia una presenza elettrizzante “Rolling Stone. Il mondo conosce quindi un altro aspetto del poliedrico e  talentuoso rockstar: un animo teatrale più introspettivo e commuovente .Purtroppo ad oggi non ci è pervenuta una registrazione integrale dello spettacolo ma solo alcuni spezzoni.

E non trovate la storia di Merrick ancora così tristemente attuale? Siamo ancora in una società che molto spesso giudica la nostra apparenza, l’ esteriorità e poco la nostra sostanza ed il nostro essere. Ci viene spesso imposto un mondo fatto di canoni e modelli da rispettare, ad di fuori dei quali si viene bullizzati e discriminati perché diversi .

David Bowie in "the Elephant Man"-photo credits: cindybruchman.com
David Bowie in “the Elephant Man”-photo credits: cindybruchman.com

La discriminazione del diverso

Per l’ennesima volta il Duca Bianco, spiazza, stupisce e lascia alle generazioni future un messaggio importante: lui, cosi perfetto esteticamente, elegante e prestante nella sua fisicità; non ha paura a mostrarsi deforme ed imperfetto sul palcoscenico teatrale, perché la vera essenza del suo personaggio è piena di amore, curiosità, affetto e voglia di riscatto contro la stupida e becera derisione di un mondo superficiale, che lo giudica solo un mostro deformato.

Dovremmo dunque interrogarci su come troppo spesso, ancora oggi, assistiamo ad episodi di emarginazione ed  esclusione per: etnia, credo religioso, colore della pelle, modo di vestire o semplicemente diversità di pensiero. A questa disparità dobbiamo reagire con la curiosità nel conoscere chi distante da noi; perché proprio come ci suggerisce la storia di Merrick e la magistrale interpretazione di David Bowie in the Elephant Man: “No, io non sono un animale! Sono un essere umano!”

Chiara Bonacquisti

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