Coniugando eleganza artistica e impegno civile, prestando grande attenzione per la ricerca formale e interpretando con una chiave originale la tradizione neorealistica nostrana, Paolo Taviani ha raccolto lungo tutta la sua carriera i consensi pressoché unanimi della critica. Toscani di San Miniato, i fratelli Taviani il cinema lo hanno scoperto insieme, il loro cinema è rivisitato da molteplici punti di vista e per questo riscontrano un grande successo internazionale capaci di aggiudicarsi numerosi riconoscimenti tra cui una Palma d’Oro a Cannes da Rossellini, un Leone d’Oro alla carriera, due David di Donatello e persino l’Orso d’Oro alla Berlinale.

Il film “Paisà” fu una folgorazione come dichiarò lo stesso regista Paolo a la “Repubblica“: “La didascalia finale, dopo la morte dei partigiani, due mesi dopo la guerra era finita, per me è come un quadro del Caravaggio. La poetica di Taviani ci parla della storia, dei sentimenti popolari, dei movimenti di massa con la capacità di ibridare le vicende delle persone semplici. Si intrecciano, infatti, la tensione politica e morale con una forte, innovativa capacità di racconto. Appassionato di cinema fin da giovanissimo, insieme al fratello aveva dato vita persino ad un cineclub nella vicina Pisa andando di pari passo tra studi, politica ed estetica.

“Il Cinema di Paolo e Vittorio Taviani”

Paolo e Vittorio Taviani a San Miniato - © tutti i diritti riservati
Paolo e Vittorio Taviani a San Miniato – © tutti i diritti riservati

CG Entertainment ha dedicato, al duo di registi, due splendidi cofanetti DVD contenenti cinque lungometraggi che li hanno resi celebri: l’opera prima “Un uomo da bruciare” (1962),  “Isovversivi” (1967),  “Allonsanfan” (1974) e “Maraviglioso Boccaccio” (2015), liberamente ispirato al “Decamerone“; gli esordi e gli ultimi lavori, la nascita e la conclusione di un percorso artistico che ha permesso ai fratelli Taviani di entrare nell’Olimpo del cinema italiano.

Nella loro filmografia spicca “Padre padrone” (1977), dal libro-simbolo dello scrittore sardo Gavino Ledda, vincitore della Palma d’Oro e del Premio della Critica al Festival di Cannes, la pellicola ottenne anche il Gran Prix al Festival di Berlino e il Nastro d’Argento per la miglior regia. Nell’anno 2007 è la volta de “La masseria delle allodole“, tratto dall’omonimo bestseller della scrittrice Antonia Arslan che racconta il genocidio del popolo armeno durante la prima Guerra Mondiale.

Arsinée Khanjian e Alessandro Preziosi in "La Masseria delle Allodole" 2007 - © tutti i diritti riservati
Arsinée Khanjian e Alessandro Preziosi in “La Masseria delle Allodole2007 – © tutti i diritti riservati

L’espressione del miglior cinema utopista ed esagerato

Il fortissimo impegno civile di Paolo Taviani, diventò una figura immancabile negli appuntamenti della lotta culturale nel corso di decenni complessi e tormentati. I riferimenti vanno dalla presenza nell’Associazione degli autori, alle mobilitazioni contro le censure e per la libertà. Alla famiglia e al fratello Paolo va la riconoscenza di chi crede nella politica della cultura e nella democrazia. Un esempio da seguire, riprendendo quella tenace voglia di cambiare come messaggio dirompente. Nel 2012 i due registi hanno diretto “Cesare deve morire“, dramma carcerario ambientato a Rebibbia, tratto da Shakespeare

Cesare deve morire” Trailer

Il realismo magico

Un forte esempio può essere il film capostipite, “Roma città aperta” di Rossellini, girato nell’estate del 1945 tra le macerie della Grande Guerra, rientrando nella cosiddetta “trilogia della guerra“, quasi un “instant movie” degli avvenimenti ancora in corso. Storie corali, attori non professionisti, emozioni controllate e sguardo asciutto.

"Roma città aperta" di Roberto Rossellini 1945 - © tutti i diritti riservati
Roma città aperta” di Roberto Rossellini 1945 – © tutti i diritti riservati

Oggi ha soprattutto senso parlare di un artista e un intellettuale come Paolo, capace di cogliere l’eredità del neorealismo senza rimanere imprigionato ai modelli e principi legati a un tempo diverso dal suo; un regista e sceneggiatore che fa del cinema la “dittatura del vero” in grado di collegare la passione civile che l’animava con una sorta di realismo magico, espressione coniata in occasione del film “La notte di San Lorenzo” ma adattabile a quasi tutti i suoi film.

La Notte di San Lorenzo” dei Fratelli Taviani1982

I temi dei Taviani nei loro film

1Paolo e Vittorio Taviani introducono nella loro straordinaria filmografia il tema eterno della libertà individuale. Lo spirito vuole realizzare grandi disegni ma è incarcerato dal corpo che può dominarlo.

2 – L’arte al servizio dell’amore e contro la paura

3 – Donne decisioniste e guida

Paolo e Vittorio Taviani  - Il Cinema come impegno civile - © tutti i diritti riservati
Paolo e Vittorio Taviani – Il Cinema come impegno civile – © tutti i diritti riservati

Giuliana Aglio

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