Due tecnici. Due modi di intendere il calcio. Chi ha iniziato meglio, nel Ducato, tra D’Aversa e Liverani? L’addio di Roberto D’Aversa ha completamente ribaltato i piani del Parma. Dopo una buona stagione terminata all’undicesimo posto, la dirigenza ha dovuto cercare un sostituto valido e che potesse alzare il livello di un ottimo organico. La scelta è ricaduta su Fabio Liverani, allenatore che veniva dalla retrocessione con il Lecce. Una figura che cercava riscatto e che, però, non entusiasmava una piazza abituata a dei risultati assai migliori. A remare contro il lavoro del nuovo mister erano i numeri della scorsa stagione di D’Aversa e anche l’imminente partenza di qualche giocatore importante.
Escluso Kulusevski (già venduto a gennaio alla Juventus), il Parma era vicino a perdere Gervinho in cerca di nuove piazze dove mettersi alla prova e anche Caprari, mai ambientatosi veramente e contattato dal Benevento di Filippo Inzaghi. Il lavoro di Liverani è partito dalla conferma dell’ivoriano, cercando di recuperare giocatori infortunatisi la scorsa stagione (come Inglese).
Le brutte partenze del Parma con D’Aversa e Liverani
Una cosa che lega i due allenatori è un inizio assai negativo. Sebbene il gioco della squadra di D’Aversa si basasse principalmente sul contropiede, Liverani ha tentato di impostare un gioco diverso. Un’idea non recepita dalla sua squadra. Dopo le prime sette giornate, risulta chiaro come il Parma di D’Aversa abbia ottenuto ben tre vittorie in più rispetto alla squadra allestita da Liverani. Entrambi i due allenatori sono riusciti a terminare solo una volta un match senza subire reti. Il Parma, quindi, si conferma una squadra che subisce diverse reti.
Nelle ultime giornate, Liverani è tornato sui suoi passi. Ha ripreso il lavoro portato avanti da D’Aversa, sfruttando l’infortunio di Cornelius e i pochi minuti nelle gambe di Inglese. Schierare due punte veloci come Gervinho e Karamoh hanno cambiato completamente il modo di giocare del Parma di Liverani. Proprio contro l’Inter si è potuto vedere questo cambiamento che ha portato ad un pareggio (raggiunto nel finale dai nerazzurri). L’attuale allenatore del Parma pare, quindi, essersi adeguato allo stile di gioco mostrato più volte dalla squadra di D’Aversa.
di Luigi Giannelli
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