Recenti studi – tutti italiani – rivelano che, dopo circa sette giorni, una persona su cinque che ha contratto il Coronavirus ed è guarita torna ad essere positiva. Ma questi soggetti tornano ad essere anche contagiosi?

Una ricerca tutta italiana

La collaborazione di medici e ricercatori della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs con quelli dell’Università Cattolica ha portato ad un’importante scoperta. Un paziente su cinque che è riuscito a guarire dal Coronavirus, dopo circa una settimana, torna ad essere positivo. Gli studi – effettuati su 176 soggetti risultati positivi tra aprile e giugno – non hanno però ancora rivelato se essi tornino ad essere anche contagiosi.

“Al momento non è dato sapere se questi pazienti siano contagiosi”

Maurizio Sanguinetti, docente di Microbiologia all’Università, ha infatti dichiarato: Al momento non è dato sapere se questi pazienti siano contagiosi e vadano dunque di nuovo quarantenati, perché il test molecolare non è l’equivalente di una coltura virale e, dunque, non consente di appurare se nel campione prelevato dal naso-faringe dei pazienti sia presente virus vitale e, di conseguenza trasmissibile”.

I guariti che tornano a risultare positivi al Coronavirus

In realtà, tutti coloro i quali sono guariti dal Coronavirus e sono in seguito risultati nuovamente positivi, così come quelli risultati invece negativi, sono positivi al test sierologico. C’è però un caso isolato: una persona è risultata positiva sia per Rna totale che per Rna replicativo dopo 16 giorni dalla guarigione – e dopo 39 dalla diagnosi -. Il paziente in questione, è bene sottolinearlo, è anziano, con ipertensione, diabete e malattia cardiovascolare.

“Le reinfezioni nei pazienti guariti sono rare”

“Tutti questi dati fanno sospettare che si tratti per questo paziente di una reinfezione o recidiva di infezione, mentre per i restanti 31 pazienti (tutti asintomatici) risultati positivi solo per Rna totale, è più probabile che si tratti di una eliminazione di frammenti di Rna virale, a seguito di risoluzione dell’infezione”. Ha aggiunto Sanguinetti, concludendo poi: “Questo studio conferma l’utilità di eseguire un accurato “follow up” (monitoraggio) dei pazienti guariti da Covid-19 e rafforza il concetto che le reinfezioni nei pazienti guariti sono rare, sebbene in presenza di positività al test molecolare.

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