Il Milan è tornato a volare in Serie A. Dopo la sosta della Nazionali, infatti, i rossoneri si getteranno nuovamente nel campionato che, attualmente, comandano. Nelle sette giornate del massimo torneo di calcio italiano, la compagine di Stefano Pioli ha incamerato 17 punti che hanno permesso al “Diavolo” di collocarsi in cima alla graduatoria conservando un +2 sul Sassuolo secondo. Gran parte del merito va, ovviamente, a Paul Singer, il proprietario del Fondo Elliott che controlla la società meneghina. Ma chi è il boss che ha portato i milanesi in alto?

Paul Singer, capo del Fondo Elliott: la carriera

Nato da una famiglia ebrea, è figlio di un farmacista di Manhattan e di una casalinga. Ha due fratelli e, politicamente, è molto vicino al partito repubblicano. È grande tifoso dell’Arsenal, club londinese della Premier League, ed è laureato nel percorso breve (bachelor) in psicologia Università di Rochester ed in legge presso Harvard. Inizia come avvocato nella divisione immobiliare della banca  Donaldson, Lufkin & Jenrette prima di fondare, nel 1977, l’hedge fund Elliott Management Corporation con 1,3 milioni di dollari raccolti tra amici e parenti.

Nel tempo, il nome di Paul Singer cresce sempre più diventando uno degli “squali” della finanza. La sua tattica è piuttosto semplice: comprare debiti di nazioni o società in profonda crisi strappando un prezzo stracciato, per poi rivenderle registrando un profitto. L’imprenditore statunitense è famosissimo per la battaglia condotta contro il governo argentino inerente il rimborso delle obbligazioni su cui il Fondo Elliott aveva investito. Dopo varie battaglie legali, è proprio l’americano a spuntarla riuscendo ad avere un rimborso tre volte maggiore dell’investimento fatto. Ha sfruttato, in seguito, il crollo della Borsa del 1987 acquisendo società a prezzi stracciati.

In Italia detiene una percentuale in Telecom Italia dopo aver influenzato, e dato battaglia, alla società francese Vivendi di Bolloré. Nell’aprile del 2017 irrora nella casse del Milan un prestito in favore di Yonghong Li, proprietario cinese del club rossonero. L’inadempienza nei pagamenti del misterioso imprenditore dell’Oriente, consegnano la società proprio al Fondo Elliott che, ancora oggi, detiene il controllo del club. Nonostante questo, attorno al club rossonero esiste un cono d’ombra ancora tutto da esplorare.

Blue Skye e Fondo Elliott
(Getty Images)

Paul Singer ed il Milan: chi è il socio Blue Skye?

La parte dedicata all’economia de Il Corriere della Sera, cerca di fare luce: la società lussemburghese Project Redblack (progetto rossonero in italiano) detiene indirettamente il controllo del Milan. La zona d’ombra, però, arriva dal bilancio del club: in esso, infatti, è riportato che il capitale societario è detenuto da due consorzi finanziari controllati dal Fondo Elliott e dalla Blue Skye. La domanda, adesso, è più che legittima: chi è questo socio di minoranza? È la finanziaria di Gianluca D’Avanzo e Salvatore Cerchione che, tra gli altri affari, ha già investito nel Grand Hotel Bauer di Venezia, nel gruppo Cipriani e più di recente ha rilevato il 31% di Pencil, la holding di Fila, scatenando una vera e propria guerra contro Massimo Candela. Nell’ultimo periodo, oltretutto, si sono scoperti affari realizzati con Flavio Briatore.

Il mistero del socio C

Il capitale della Project Redblack conta 12.000 azioni. Basterebbe, quindi, possederne 6.001 per diventare a tutti gli effetti il socio di maggioranza del club rossonero. Ma come è ripartita la distribuzione di tali azioni? Il Fondo Elliott ne controlla 5.999 (49.99%), mentre Blue Skye ne detiene soltanto 512 (4,26%). Le azioni rastrellate dal socio A e dal B, quindi, ammontano a 6.511. Ne mancano 5.489 per arrivare alle 12.000 totali. Chi è il socio C che controlla la seconda fetta più grande del Milan? Dopo tre anni, come ricorda nella sua inchiesta Il Corriere della Sera, ancora non si sa. Esiste soltanto una certezza: Blue Skye è l’ago della bilancia che non permette ai due soci più grandi di prendere il sopravvento sull’altro. L’identità del possessore del secondo pacchetto più ampio di azioni rossonere, ancora oggi, rimane un mistero da scoprire…

ANDREA MARI

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