One Way Ticket to Hell … and Back è il secondo album in studio della rock band britannica The Darkness. Esce il 28 Novembre del 2005, sotto l’etichetta Atlantic Records. Il disco è prodotto da Roy Thomas Baker, noto soprattutto per aver lavorato coi Queen, una delle maggiori influenze sui Darkness. La tracklist di One Way Ticket to Hell … and Back si compone di 10 brani. Oltre che ai Queen, si possono percepire rimandi anche ai Led Zeppelin, alla dance anni ’80, all’heavy metal e persino alla musica classica.
Per via di queste continue citazioni – talvolta al limite del plagio – e anche per uno stile più calmo del precedente disco, l’opera riceve un’accoglienza mista da critica e pubblico. Tuttavia, dal punto di vista tecnico e compositivo, One Way Ticket to Hell … and Back è un lavoro più maturo del primo album dei Darkness. Restano memorabili e spassose le performance del gruppo nei live e nei videoclip dei singoli One Way Ticket e Is It Just Me?
Realizzazione e rilascio del disco
Il secondo album dei Darkness, One Way Ticket to Hell … and Back, arriva due anni dopo l’enorme successo avuto col disco d’esordio, Permission To Land, nel 2003. Con quest’ultimo, hanno risvegliato, non senza ironia, lo spirito del glam rock e hanno conosciuto fama, soldi, concerti ovunque ed eccessi. Il clima in cui nasce il secondo disco non è dei migliori. La band britannica, coinvolta dall’ondata improvvisa della notorietà, inizia a disgregarsi nel mezzo delle incisioni. In particolare, fa discutere l’uscita di scena del bassista Frankie Poullain, nel Maggio 2005. La motivazione ufficiale è il classico “dissenso artistico”, ma il bassista nega questa versione dell’accaduto, dichiarando invece di essere stato costretto a lasciare il gruppo. Di fatto, sembra questa la versione più credibile: Poullain firma ben 4 dei 10 brani del disco.
A giugno, i The Darkness annunciano che Richie Edwards, ex-tecnico di Dan Hawkins (chitarrista e fratello del frontman Justin), ha preso il posto di Frankie al basso. Le restanti parti di basso, vengono completate da Dan in sala d’incisione. One Way Ticket to Hell…and Back esce, tra altissime aspettative, il 28 novembre 2005, per l’Atlantic Records. Il disco viene prodotto da Roy Thomas Baker, celebre per i suoi lavori con i Queen, dichiarata fonte d’ispirazione per i Darkness. One Way Ticket to Hell…and Back risulta certamente meno immediato rispetto al disco di debutto. Al suo rilascio, l’album raggiunge la posizione numero 11 nelle classifiche inglesi degli album. Piazza due bei singoli come la title track e Is It Just Me? al numero 8 nella UK Singles Chart, ma i risultati di vendite e onorificenze non sono lontanamente paragonabili con il lavoro precedente.
The Darkness, la tracklist dell’album: da One Way Ticket a Seemed Like a Good Idea at the Time
Veniamo adesso alla musica. One Way Ticket to Hell … and Back si apre con One Way Ticket, primo singolo estratto, pubblicato il 14 Novembre 2005. Il testo contiene espliciti riferimenti all’uso di cocaina da parte del frontman Justin Hawkins (“Il mio setto è a brandelli”). L’apertura del brano (e del rispettivo videoclip) è lenta e quasi cinematografica. Poi la canzone esplode in tutta la sua energia, tra chitarre, batteria e il falsetto di Hawkins. Nel mezzo, anche un sitar che arricchisce il sound. La traccia seguente è la meno scatenata Knockers, le cui chitarra ricordano gli Aerosmith.
Is It Just Me?, brano numero 3, è il secondo singolo estratto dall’album. Qui dominano ancora le melodie hard rock e stavolta Justin non esagera col suo cantato in falsetto. Spassosissimo, sfrontato ed ironico il videoclip che lo accompagna. Qui il leader si cala nel doppio ruolo di marito e moglie, durante una romantica quanto goffa e improbabile cerimonia/luna di miele. Dopo questi primi tre brani trascinanti, delude un po’ la quarta traccia, Dinner Lady Arms, decisamente più sottotono, che ricorda un amore passato. Seemed Like a Good Idea at the Time è una piacevole ballad. Il testo è incentrato sulla fragilità: “Adesso il sogno è finito e ultimamente ho capito che tu sembri prendere vita solo quando io non ci sono”.
The Darkness, la tracklist dell’album: da Hazel Eyes a Blind Man
Il sesto brano, Hazel Eyes, forse suona un po’ fuori posto, col suo taglio orientale unito in modo poco convincente al suono di una marcetta. Seguono atmosfere più cupe e da hard rock con Bald. Riff secchi e un sound lento e pesante stridono con un testo leggero, incentrato sulle calvizie (“bald” vuol dire appunto calvo): il leader ringrazia dio di non soffrire di questa “condizione diabolica”, che pare sminuisca la virilità di un uomo.
Poco memorabile la più pop e allegra Girlfriend, terzo e ultimo singolo estratto dell’album. Il brano è una dedica a una ex (tradita), che si vorrebbe riconquistare. Il videoclip di Girlfriend cita “Flashdance”. La penultima traccia, English Country Garden è quella la cui struttura ricorda più i Queen, per cori, intensità, scrittura e pathos. Piano, tastiere e armonizzazioni vocali alla Freddie Mercury caratterizzano il brano di chiusura, la delicata ballad Blind Man. Il testo parla di un triste uomo cieco che passa da solo i suoi ultimi giorni di vita.
L’accoglienza dell’album
Nelle 10 tracce di One Way Ticket to Hell… and Back, si percepisce una decisa maturazione da parte del gruppo, sia dal punto di vista tecnico che compositivo. Le partiture e la registrazione sono maggiormente studiate e curate. Ci sono generi diversi tra loro, e non prevale più l’hard rock come nel precedente Permission To Land. Il falsetto di Justin Hawkins rimane l’elemento costante del sound della band. In generale, tutta la stesura risulta meno potente e d’impatto del primo disco del gruppo. In One Way Ticket ci sono meno glam rock e riff che ammiccano a AC/DC e simili. Questo tentativo di diversificare la proposta, ha deluso e lasciato perplessi quei fans dei Darkness che avrebbero desiderato un prodotto più rockettaro e centrato sulle chitarre, come l’album di debutto.
Le recensioni lo hanno criticato anche per l’elevato costo di realizzazione (1 milione di sterline) e i temi iper-maschili. Ciò che resta lodevole di questo disco e della band, è invece la voglia di divertire, citare il passato e prendersi poco sul serio. Basta guardare a tal proposito, il videoclip del singolo principale, la title track One Way Ticket. Qui, nell’intro, dei titoli di testa in stile Guerre Stellari, ci informano che a causa della mancanza di rock band di grande livello…si è ghiacciato l’inferno. Allora ecco che i Darkness si assurgono addirittura a salvatori del rock. Con l’energia della loro canzone, provocano una valanga che dà di nuovo fuoco all’inferno. I quattro di certo non hanno salvato il rock. Ma One Way Ticket To Hell … And Back regala una mezz’ora abbondante di buona musica, senza troppe pretese.
A cura di Valeria Salamone
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