Valentina Gullace è tra i 100 giudici del programma musicale targato Mediaset “All Together Now”, ma lei è molto di più: è una bravissima cantante, una superba interprete di musical, un’insegnate e tanto altro. Insomma, è un’artista a 360° come ce ne sono poche in circolazione. Tra le molteplici attività anche un album all’attivo “La mia stanza segreta”, dove la Gullace mette in mostra le proprie emozioni e le grandi qualità canore. Noi di Metropolitan Magazine l’abbiamo raggiunta per una bella intervista:
Ciao Valentina, come stai nonostante questo periodo?
V.G.: “Abbastanza bene, anche se dal primo lockdown ho passato varie fasi: una prima fase dove mi sono proprio spenta, poi una fase dove ho avuto voglia di ricominciare, sperare e sognare, ed ora mi trovo in questa fase di giorni alterni. In questo periodo stati annullati o rimandati alcuni eventi e con tutta la buona volontà è difficile rimanere ottimisti. Tuttavia, i miei allievi di canto mi ripagano, tutto quello che amo di questo lavoro lo sto trasferendo a loro, in questo momento devo tantissimo all’insegnamento”.
Sei tra i giudici di All Together Now, come sta andando questa esperienza?
V.G.: “Bene, spesso vado in studio con uno stato emotivo provato ed esco da lì con il sorriso. Il fatto di dover condividere la musica con tante persone, di cantare tutti insieme, di vedere l’emozione dei concorrenti e di vivere insieme a loro questo gioco musicale fa si che il mio umore cambi. Entro con il muso ed esco con un grande sorriso, sono molto grata ad All Together now. Questo programma mi fa bene all’anima”.
Qual è la percezione che hai dal muro?
V.G.: “Io non vorrei mai stare da quella parte (ride ndr.), non sarei capace di cantare davanti ad un muro di 100 giudici, più i giudici speciali. Quest’anno, forse per tutto quello che stiamo vivendo, mi sento più coinvolta e mi sono arrivate delle emozioni uniche. Ho sentito i brividi dietro il collo e anche se ho una responsabilità per i voti, io mi emoziono tanto. Quest’anno me la sto godendo molto di più”.
“La mia stanza segreta” è stato il tuo primo album. Che esperienza è stata?
V.G.: “È stato un progetto dalla genesi molto tormentata. Ho iniziato a scrivere i brani intorno ai 17 anni, ma lo facevo solo per me stessa poiché avevo paura dei giudizi. Pensavo di non essere abbastanza brava o interessante e in qualche maniera mi sono nascosta con i musical, perché quando interpreti un personaggio sei legittimata a fare un certo tipo di cose e ti senti protetto. Salire su un palco e raccontare la propria vita attraverso la musica è più impegnativo ed è per questo che ho aspettato tanto a pubblicare il disco”.
A livello emotivo deve essere stata una bella rivincita?
V.G.: “All’inizio ero terrorizzata, i pezzi erano nati dentro la mia stanzetta e non li facevo ascoltare a nessuno, e ora li possono ascoltare tutti. Spesso vedo che mi ascoltano da tutto il mondo ed è un emozione enorme. Non riesco a capacitarmi di questa cosa. Però per me è un grande privilegio e se qualcuno si rivede o si emoziona attraverso le mie canzoni, mi fa piacere, ed è quello che volevo ottenere: creare delle magiche connessioni con chi ascolta”.
Cantautrice, attrice, insegnate e tanto altro, ma in quale veste ti trovi meglio?
V.G.: “Questa distinzione tra le varie arti è una cosa tipicamente italiana. In America un artista può passare dal cinema, alla televisione, alla discografia senza essere per forza etichettato. Io mi sento semplicemente un’artista e mi esprimo attraverso diversi arti. Non riesco a dare una risposta perché per me è naturale lavorare in teatro, ad una canzone o per la televisione. Sono tutte sfaccettature della mia persona”.
Nonostante il periodo, Valentina Gullace ha già dei piani per il futuro?
V.G.: “Proprio perché il primo disco è stato molto tormentato aspetterò. Pubblicherò il secondo album quando sentirò il cerchio chiudersi e quando sentirò di aver detto tutto con questo progetto. Sto scrivendo, ma non voglio mettermi fretta, non ho la foga di dover uscire per forza. Io scrivo in maniera onesta, scrivo quando ho il bisogno di dover raccontare qualcosa attraverso la mia musica. Non nascondo che vorrei portare ancora in giro il mio disco, perché per questa situazione non ho potuto far sentire a dovere questo album”.