Sul Dpcm del 4 dicembre continua il confronto. A Natale spostamenti tra regioni vietati, anche in zona gialla, e scuole chiuse fino a gennaio: questa la linea del governo.
A Natale spostamenti tra regioni vietati, anche in zona gialla
Il rischio che la Befana porti con sé la terza ondata del virus fa paura, eppure il governo sta pensando di non imporre un numero massimo di persone alla tavola di Natale. Il confronto riprenderà oggi e la strada che i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza hanno indicato a governatori e sindaci in vista del Dpcm del 4 dicembre è «tirare il freno, per scongiurare la terza ondata mentre si cerca di vaccinare le persone». Nel periodo delle festività gli spostamenti tra regioni saranno vietati, anche in fascia gialla. E a dispetto del parere degli scienziati le scuole superiori torneranno in presenza soltanto dopo il 7 gennaio. «Altri sacrifici sono necessari — chiede pazienza Giuseppe Conte —. Sarà un Natale diverso, o a gennaio rischiamo un alto numero di decessi».
Per convincere i presidenti ad accettare la chiusura dei confini tra regioni, Speranza ha ricordato il picco di spostamenti a Ferragosto: «No al liberi tutti». Rimane la possibilità di tornare a casa, per il resto le deroghe saranno limitate a pochi «casi di necessità», come andare dai genitori anziani o da un nonno rimasto solo, sempre con autocertificazione.
L’idea del fronte del rigore è che bar e ristoranti debbano chiudere alle 18 anche durante le feste. Ma le Regioni protestano. Per il governatore della Liguria Giovanni Toti «se davvero si vuole aiutare economicamente le attività avrebbe più senso tenere i ristoranti aperti la sera e chiusi a pranzo, visto che sono chiusi uffici e scuole». Ancora da decidere l’orario dei negozi.
Chi sperava in un allentamento del coprifuoco resterà deluso. Se nei giorni scorsi era trapelato il desiderio di Conte di far rientrare gli italiani a casa dopo la mezzanotte il 24 dicembre, Boccia ha gelato le attese: «Non sarebbe un’eresia far nascere Gesù Bambino due ore prima, eresia è non accorgersi dei malati». Coprifuoco alle 22 anche a Natale e a Capodanno, insomma. E il cenone? «Bisogna limitare il numero dei commensali», sprona Speranza. Ma Conte frena e così i renziani.