Una notizia shock a Foggia. L’ex capitano della squadra pugliese Federico Gentile è stato vittima di un atto vandalico all’interno della sua abitazione. In piena notte, il calciatore che si trovava in casa con sua moglie e i due figli, ha avvertito del fumo che proveniva dall’ingresso. Dei vandali hanno incendiato la porta della sua abitazione. Un gesto da condannare e che non può e non deve accadere. Fortunatamente non ci sono stati feriti, per via del tempestivo arrivo di alcuni vicini che hanno spento le fiamme. Ha parlato al riguardo il sindaco della cittadina. Ecco, inoltre, la motivazione dietro a questo gesto inaudito.

Caso Gentile: la motivazione dell’aggressione

Il Foggia è ripartito dalla Serie D e milita nella quarta serie dalla scorsa stagione. La società è stata prelevata da Felleca, ovvero il nuovo proprietario. Il patron ha portato anche il d.g Corda e proprio Gentile. Tutti e tre si trovavano al Como e si sono trasferiti in blocco al Foggia. Il centrocampista romano, quindi, può essere definito come rappresentante della società in campo. Gli ultimi mesi sono stati complicati per via della volontà di Felleca di vendere la società a Follieri. La tifoseria non ha gradito e sono partite le proteste: la scritta sul prato dello “Zaccheria” prima del match contro il Bari che incitava la dirigenza ad abbandonare la società e successivamente l’atto vandalico ai danni di Gentile. Il calciatore non è più il capitano della squadra da qualche mese, per via delle proteste verso la società. La fascia di capitano cambia proprietario ad ogni match.

Foggia, parla il sindaco Landella

Anche il primo cittadino della città pugliese Franco Landella ha denunciato l’aggressione subita da Gentile:

Abbiamo a che fare con balordi, non possiamo restare inermi davanti a un episodio così terribile e violento. Non è giusto che una sparuta minoranza criminale e violenta debba rovinare l’armonia di un’intera comunità: non possiamo stupirci se il nostro amato territorio finisca in fondo alle classifiche sulla qualità della vita. Non stupiamoci se qui la gente ha paura, questo clima di sospetto e terrore spaventa gli investitori e tutte le persone di buona volontà che vogliano scommettere su questa terra. Foggia non ci sta“.

FABIO D’ASCANIO

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