Nonostante la competitività sulla costa atlantica sia aumentata sensazionalmente, il Far West è il palcoscenico di una dozzina di “sceriffi”. Se escludiamo le poche super-potenze che sono certe di un posto nella postseason, rimangono una serie di squadre che lotterà ad armi praticamente pari ma che clamorosamente rimarrà fuori anche dal torneo del Play-in, confermato dopo il successo della bolla di Orlando anche se leggermente modificato.
La guerra ai campioni
È scontato dirlo ma i Lakers sono i campioni in carica e nella offseason si sono addirittura rinforzati. Lo scorso anno sono stati la miglior squadra a ovest e se Frank Vogel riuscirà anche quest’anno a trovare gli equilibri giusti inserendo i nuovi, i gialloviola saranno un’altra volta i padroni della conference. Rimanendo nella città degli angeli i Clippers sono in cerca di riscatto dopo la brutta figura fatta agli scorsi playoff e la certezza che un altro fallimento sarebbe più grave del previsto dato che George e Leonard saranno entrambi free agent. I Nuggets autori di 2 straordinarie rimonte nella bolla sono chiamati a fare il definitivo salto di qualità e Jokic e compagni sembrano essere finalmente pronti. Il tempo è dalla loro parte perché la carta d’identità gioca a loro favore ma Murray così come il serbo sono una bomba ad orologeria il cui countdown è prossimo allo 0. La vincitrice del mercato sono stati i Portland Trail Blazers che hanno aggiunto molta profondità a un roster già competitivo. L’ottavo posto dello scorso anno non deve trarre in inganno perché Portland l’anno scorso è stata martoriata dagli infortuni, su tutti quello di Nurkic rientrato solamente a Disneyworld.
Obiettivo playoff
Dopo le prime 4 sia apre una lista interminabile di franchigie che potrebbero tranquillamente qualificarsi ai Playoff o addirittura rimanerne esclusi senza passare per il play-in. Mavs e Jazz partono favorite sulle altre anche per una questione di esperienza (fa strano dirlo per Doncic e compagni ma la serie coi Clippers lascia ben sperare). Anche i Warriors potrebbero tranquillamente strappare un biglietto anticipatamente per un posto tra le magnifiche 8 ma la squadra è cambiata molto in estate e il contraccolpo subito per l’infortunio di Klay potrebbe essere troppo duro da incassare. Memphis, New Orleans e Phoenix sono state le squadre di giovani che nel corso della scorsa stagione hanno sperato fino alla fine di poter sfidare i Lakers al primo turno senza riuscirci. Quest’anno per motivi diversi filtra più ottimismo e un anno in più significa anche solo un briciolo di consapevolezza in più. Su queste i Suns sono nettamente i favoriti dopo l’acquisto di CP3. Infine la mina vagante Rockets che potenzialmente possono essere da vantaggio del campo al primo turno ma sono pieni di incognite: come staranno Wall e Cousins? ma soprattutto Harden rimarrà nella città della Nasa? Stay tuned…
Un passo indietro
La prima scelta al draft 2020 è andata i Timberwolves, aggiungendo talento ad altro talento. Ma nella pallacanestro non è abbastanza e a Minneapolis lo sanno bene: Towns e Russell sembrano essere più interessati alle statistiche personali piuttosto che a vincere e la conferma di Ryan Saunders ha fatto storcere il naso a molti. Non ci sono dubbi sulla panchina, almeno per ora, in texas a San Antonio dove Pop è ben saldo alla guida nonostante si prospetta un processo di ricostruzione dopo 22 anni di successi. Ma un vecchio detto NBA diceva: “Mai scommettere contro gli Spurs“. A proposito di ricostruzione quella dei Kings dura dal 2006, anno dell’ultima apparizione ai playoff e il passo avanti fatto due stagioni fa con coach Joerger ne sono arrivati 2 indietro licenziando inspiegabilmente l’allenatore. In fondo alla classifica troveremo i Thunder che dopo aver stupito tutti la scorsa stagione hanno attivato la modalità rebuild totale accaparrandosi più scelte possibili e smantellando il roster.
Lorenzo Mundi
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