Lazza è un personaggio davvero unico nel suo genere. Ama la classica e il rap, studia al Conservatorio e usa l’autotune, ricerca il suond dei trapper ma non abbandona il rapping duro e puro della vecchia scuola. Insomma, è una sorta di mediatore tra mondi diversi, un rapper che può piacere a tutti senza cercare però troppi compromessi.
Jacopo Lazzarini, questo il suo vero nome, è nato a Milano il 22 agosto 1994 sotto il segno del Leone. Entrato nel 2016 nell’etichetta 333 Mob, ha publicato già nel 2017 un primo disco, Zzala, sorprendendo tutti non solo per il suo rapping tecnicamente impeccabile, ma anche per le sue qualità da pianista.
Ha cominciato a farsi notare, anzi ascoltare grazie ad una serie di video pubblicati su YouTube e con le prime importanti collaborazioni con colleghi come Emis Killa. Poi il grande successo con il brano DDA fino al primo album in cui ha deciso di mixer il rapper alla musica classica. Una scelta vincente quella del giovanissimo rapper che, intervistato da Rolling Stones, ha parlato dei tantissimi progetti che aveva in cantiere, ma bloccati dall’emergenza sanitaria da Coronavirus.
“Avevo tante cose. Innanzitutto un sacco di concerti, che purtroppo sono stati sospesi e rimandati a data da destinarsi” – ha confessato il rapper che, senza troppi giri di parole ha detto – “un po’ mi rode il culo, se devo essere onesto. Non tanto per una questione economica, oddio, anche per quella, in realtà, perché si tratta pur sempre del mio lavoro, ma perché mi piace tantissimo suonare, e il fatto che me lo impediscano mi destabilizza parecchio. È l’unica cosa che so fare bene e se mi togli la possibilità di stare sul palco, mi togli l’aria che respiro. Nella mia musica l’aspetto live è la cosa più importante, perciò questo stop mi ha colpito molto”. Durante la quarantena però Lazza ha raccolto tutte le sue idee e ispirazioni registrando un nuovo progetto: un mixtape che ha presentato così: “l’ho registrato in parte a casa, ma come tutti i lavoratori autonomi che hanno dovuto continuare a sbattersi anche durante il lockdown, mi sono munito di documenti, autocertificazione, fotocopia del contratto con Universal e una lettera dell’avvocato che attestava che mi spostavo per esigenze lavorative”.
Re Mida e J di Lazza
Due aspetti della sua anima che, per esempio, l’anno scorso si sono incontrati in ‘Re Mida (piano solo)’, un disco in cui ripropone al pianoforte i brani dell’album che lo ha lanciato definitivamente nell’Olimpo del rap italiano, uno dei più interessanti esperimenti da quando questa nuova generazione di rapper ha cominciato ad affermarsi.
‘J’ invece è un mixtape composto da dieci brani in cui Lazza ospita alcuni dei maggiori esponenti della scena italiana, dai giovanissimi fenomeni tha Supreme e Geolier, a rapper più maturi come Gemitaiz e Gue Pequeno