Il Natale è alle porte e nelle case degli italiani si crea una magica atmosfera. Si comincia a pensare ai regali, a come addobbare la casa e a quale sarà il menù del cenone. Ma, in relazione agli addobbi, le prime due cose che vengono in mente sono l’albero di Natale e il presepe. Alle spalle di quest’ultimo, si cela una bellissima e quasi sconosciuta storia.

Il presepe: un po’ di storia

Il termine presepe deriva dalla parola latina praesaepe, che letteralmente significa “mangiatoia”. La raffigurazione della nascita di Gesù ha origini molto antiche, anche se non si ha una data precisa.
La storia racconta che i cristiani raffiguravano questo lieto evento sotto forma di disegno all’interno di catacombe, luoghi ritenuti di incontri segreti, poiché in quel periodo i cristiani erano perseguitati.

Successivamente, le raffigurazioni hanno preso posto nelle pareti delle chiese, per poi comparire, intorno al 1200, le prime statuette.
Già i discepoli Luca e Matteo raccontano questo evento nel Vangelo, ricordando quando Maria e Giuseppe, nel periodo di re Erode, non trovano alloggio e decidono di rifugiarsi all’interno di una stalla per far nascere il loro bambino.

Nei racconti evangelici non si fa menzione, però, dei due animali, il bue e l’asinello, che faranno la loro apparizione più avanti, nelle varie tradizioni popolari. Il loro inserimento avviene quando si pensa che, dopo la nascita di Gesù, per ripararlo dal freddo, i genitori lo avvolsero nella paglia e lo sistemarono sotto le narici di questi due animali per riscaldarlo.

Il padre fondatore del presepe

Colui che viene ritenuto il padre fondatore di questa icona natalizia è San Francesco d’Assisi, il quale – si tramanda – ha assistito a una bellissima predica sulla natalità di Gesù avvenuta a Betlemme e se ne innamorò. Al suo rientro in Italia, chiese a Papa Onorio III di poterla ricreare l’anno successivo. Con il suo benestare, nel 1223 San Francesco celebrò la messa in una grotta nel bosco vicino al paese, ricreando il luogo in cui sarebbe nato Gesù.

Fece portare una mangiatoia con della paglia e portò il bue e l’asinello; i contadini e gli abitanti del paese, con le fiaccole, fecero un corteo per raggiungere la messa e quella notte fu l’inizio della rappresentazione del presepe vivente. Quella notte, però, non furono inserite le figure che rappresentano la Sacra Famiglia.

Il presepe vivente è una delle raffigurazioni più coinvolgenti ed emozionanti che esistano, ma si sentì la necessità di avere un qualcosa di più duraturo che rappresentasse questo evento. Ecco che, nel 1283, compaiono le prime statue che raffigurano la Sacra famiglia completa, il bue e l’asinello con l’aggiunta dei tre Re Magi, che portano i loro doni al bambin Gesù. I primi presepi venivano posti nelle chiese sotto ai dipinti che raffiguravano la natività.

Il significato degli elementi del Presepe

Nella simbologia degli elementi che compongo il presepe:

·       il bue e l’asinello raffigurano la fonte di calore per Gesù, ma sono principalmente il simbolo di due popoli che caratterizzano il periodo della nascita di Gesù, ovvero il popolo ebreo e quello pagano;

·       i Re Magi, rappresentano le varie tappe della vita di un uomo: la giovinezza, la maturità e la vecchiaia;

·       i tre doni hanno un doppio significato, il primo legato all’umanità di Gesù e il secondo legato alla sua regalità: l’oro è il dono che si faceva ai soli re, l’incenso rappresenta la divinità e la mirra rappresenta l’essere uomo;

·       i pastori sono il simbolo delle anime da salvare;

·       Maria e Giuseppe sottolineano la regalità di Gesù.

Il presepe napoletano nel ‘700

Nel XV secolo, il presepe è diventato l’icona principale popolare del Natale. Si diffonde specialmente in Italia centrale e, in particolar modo, a Napoli. Qui gli artisti cominciano ad introdurre anche altre figure che andranno a completare lo scenario del presepe oggi conosciuto, raffigurando personaggi intenti ai mestieri della vita quotidiana, come in panettiere, il fruttivendolo e la lavandaia.

Un altro elemento introdotto dagli artisti napoletani è quello di aver dotato le statue di vestiti che rappresentano la vita reale. Durante il ‘700, il presepe ha raggiunto la sua popolarità in tutta Italia, ma le famiglie napoletane sembrano essere quelle maggiormente coinvolte: le più facoltose, ogni anno, gareggiavano per chi avesse il miglior presepe della città.

Il presepe raggiunge dei livelli di sfarzosità e originalità mai visti prima di allora e i capi famiglia commissionano i migliori scultori per avere le statue più esclusive degli altri. Per questo evento, i nobili non badano a spese perché il presepe è un elemento da sfoggiare durante gli incontri e i banchetti. Oggi, i presepi artigianali napoletani sono veri e propri pezzi da collezione, di massima originalità e sempre alla moda.

Il presepe popolare

A cavallo del XVIII e XIX secolo, dopo essere diventato l’icona fissa delle chiese e delle dimore delle famiglie nobili, il presepe entra a far parte della tradizione popolare, un’icona del Natale all’interno di ogni famiglia fedele. C’è chi lo preferisce grande, sfarzoso e ricco di figure e chi, invece, lo preferisce minimale con la semplice capanna e la Sacra famiglia, ma ciò che conta è il significato che rappresenta e non cambia.