Nato a Catania, Filippo Raciti entrò nella Polizia di Stato nel giugno del 1986 come allievo agente ausiliario. Svolse la maggior parte della sua carriera in servizi esterni di ordine pubblico, per i quali era istruttore. Dopo aver prestato servizio, per quasi due anni, presso la Questura di Catania, all’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, dal dicembre 2006 era stato trasferito al X Reparto Mobile. Aveva servito per quasi vent’anni nella Polizia di Stato, proprio al X Reparto Mobile. Viveva ad Acireale con la moglie Marisa Grasso e i figli Fabiana e Alessio.

Raciti morì a Catania il 2 febbraio 2007, due ore circa dopo il termine della partita, a seguito di un trauma epatico causato dall’impatto del furgone di servizio dei colleghi.

I mass-media rivelarono la possibilità che Raciti fosse stato investito dallo sportello del fuoristrada (un Land Rover Discovery) dei colleghi che si muoveva in retromarcia, e da cui era disceso a causa del denso fumo che aveva invaso il veicolo. Quest’ipotesi fu avvalorata sia dalle dichiarazioni dello stesso autista del Discovery rese davanti alla squadra mobile il 5 Febbraio 2007, che dal ritrovamento da parte dei RIS di Parma di frammenti di vernice di colore azzurro compatibile con i colori del veicolo sulla maschera antigas e sugli scarponi dell’ispettore.

La morte di Raciti suscitò forte emozione in tutto il paese e causò l’interruzione di tutti i campionati di calcio in Italia per una settimana e l’annullamento di un’amichevole della Nazionale. Un intenso dibattito sulla messa a norma degli stadi è scaturito dopo l’incidente e ha causato la disputa degli incontri di calcio a porte chiuse fino al completamento dei lavori necessari alla messa in sicurezza degli impianti non a norma.

La figura di Filippo Raciti è spesso oggetto di un vasto repertorio di cori da stadio, slogan e graffiti, espressi da ultras del calcio che intendono offenderne la memoria o colpire le forze dell’ordine in quanto istituzioni.

Come è morto l’Ispettore di Polizia Filippo Raciti? L’ha veramente ucciso Antonino Speziale così come stabilito nel processo? Tredici anni dopo la morte dell’Ispettore (avvenuta nel corso degli incidenti scoppiati prima del derby siciliano Catania-Palermo del 2 febbraio 2007) sono ancora in parecchi coloro che continuano a porsi domande su quei tragici fatti accaduti a margine di quel maledetto derby. Che il destino ha voluto scolpire per sempre nella storia della città di Catania. Legando quel drammatico epilogo alla circostanza del tutto causale di essere avvenuto proprio nel giorno in cui si festeggiava il santo patrono cittadino: Sant’Agata.

Nonostante una verità giudiziaria ci sia stata e abbia stabilito che a uccidere Filippo Raciti sia stato un giovane che allora aveva appena 17 anni: Antonino Speziale. E lo abbia fatto, anche se oltre le sue intenzioni (Speziale è stato infatti condannato per omicidio preterintenzionale) utilizzando un sottolavello “a mò di ariete”, per colpire l’Ispettore al corpo, provocandogli lo spappolamento del fegato. Aiutato da un altro giovane che di anni ne aveva 23: Filippo Micale. Speziale e Micale per la morte di Filippo Raciti sono stati condannati rispettivamente a 9 e 11 anni di reclusione. E già questa potrebbe essere una prima interessante anomalia: perché a quello che sarebbe stato l’esecutore materiale, è stata inflitta una pena più bassa rispetto a colui che lo avrebbe aiutato? Un’anomalia che tuttavia non sarebbe rimasta l’unica, in una vicenda durata oltre 5 anni: dal febbraio 2007, da quando sono iniziate le indagini, al novembre 2012, cioè quando è stata pronunciata la sentenza definitiva della Corte di Cassazione. Ma evidentemente, non sono bastati i 5 anni di processo per fugare anche il minimo ragionevole dubbio. Se è vero, come è vero, che ancora non sembra, essere stata trovata, una risposta definitiva alla domanda: la verità giudiziaria e quella storica possono coincidere?

Antonino Speziale, l’ultrà del Catania condannato a otto anni e otto mesi di reclusione per l’omicidio preterintenzionale dell’ispettore capo di polizia Filippo Raciti, a seguito degli scontri allo stadio di Catania il 2 febbraio del 2007,oggi è tornato in libertà.