L’ultimo protagonista della nostra rubrica sul percorso dei Next-Gen nel 2020 è Frances Tiafoe. Attestatosi quinto nella “Race to Milan”, il giovane statunitense ha disputato delle buone Next-Gen ATP Finals. Inserito nel Gruppo B, Tiafoe riesce ad avere la meglio su Humbert e Ymer, arrendendosi solo a Sinner.
La semifinale persa contro De Minaur per 2-4, 1-4, 4-0, 2-4 lasciava ben sperare per questo 2020. Nella realtà dei fatti, invece, Tiafoe ha probabilmente deluso le aspettative, scendendo alla posizione numero 59 del ranking. Ripercorriamo nello specifico le tappe della sua stagione.
Il 2020 parte subito in salita
Il 2020 di Tiafoe si apre con la campagna australiana. Ad Auckland il suo cammino si interrompe al primo turno, dove Ymer vendica la sconfitta subita alle Next-Gen Finals vincendo 6-4, 5-7, 6-1. Ancor meno fortunato nel sorteggio agli Australian Open, Tiafoe incontra al primo turno il futuro maestro Medvedev. Pur giocando una buona partita, strappando anche un set al russo, non riesce mai ad impensierire realmente il suo avversario. Qualche timido segnale di ripresa per Frances si ha con il Challenger di Dallas. Seppur con qualche difficoltà, riesce ad arrivare ai quarti di finale, dove si vede costretto a cedere allo statunitense Kudla.
Anche nell’ATP 250 tenutosi a Delray, Tiafoe non va oltre i quarti di finale. Più che l’uscita prematura, ciò che colpì fu la facilità con il quale Humbert ebbe la meglio, liquidandolo con un veloce 6-2, 6-1. I due tornei giocati prima dell’interruzione per Covid non invertono il trend: uscito al primo turno contro Wawrinka ad Acapulco, non oltre il terzo turno al Challenger di Indian Wells.
Da Cincinnati al Roland Garros
Ai primi di luglio, mentre disputava l‘AllAmerican Team Cup, è lo stesso Tiafoe a risultare positivo al Covid-19. Nonostante le tre settimane di positività, riesce a riprendersi in tempo e a partecipare ai tornei di casa. A Cincinnati, complice forse una precaria condizione fisica, esce al primo turno per mano di Andy Murray. Nonostante le premesse poco incoraggianti, gioca uno U.S. Open più che degno. Riesce infatti a proporre un buon tennis, fattore che gli consente di superare i primi tre turni ed approdare ai sedicesimi di finale. Il destino lo mette ancora una volta di fronte a Medvedev, che al contrario degli Australian Open, gli rifila un perentorio 6-4, 6-1, 6-0.
Il passaggio sulla terra rossa, non ha prodotto inizialmente grandi cambiamenti nella stagione dello statunitense. In occasione del Challenger di Forlì infatti, dopo aver battuto Yang al primo turno, deve arrendersi al nostro Lorenzo Musetti che ha la meglio in tre set. Discorso diverso invece va fatto per quanto riguarda il Roland Garros. La sconfitta rimediata al primo turno dal tedesco Struff, infatti, è da analizzare nel dettaglio. Nonostante la dipartita, Tiafoe impegna il suo avversario per 4 ore di gioco, trascinandolo al quinto set. Ed anche quando si trova sotto 2-1 alla fine del terzo, non molla ed ha la forza per continuare a lottare. Segnali incoraggianti per il proseguo della stagione.
Un finale di stagione decisamente più dolce
I segnali incoraggianti dati da Tiafoe al Roland Garros, trovano piena conferma nel Challenger di Parma. Per la prima volta in stagione, riesce ad esprimersi al meglio e a proporre un livello di tennis medio-alto. Sconfitti in sequenza Rola, Musetti, Baldi e Delbonis, in finale ha la meglio contro il nostro Salvatore Caruso per 6-3, 3-6, 6-4. Quello ottenuto a Parma, è il quinto Challenger in carriera per Tiafoe, che riesce così a mettere in bacheca il primo, ed unico, trofeo del 2020. Dopo una veloce apparizione agli ATP 250 di Sardegna e Antwerp, chiude la stagione con il torneo di Nur-Sultan. Pur rimanendo su buoni livelli, deve arrendersi a Millman in semifinale.
Una stagione altalenante quella di Tiafoe, con pochi alti e molti bassi. La positività al Covid ha sicuramente tolto qualcosa allo statunitense in termini di condizione, ma ci si poteva aspettare di più. La speranza è che il tennis proposto nel finale di stagione non lo abbandoni, per poter disputare una stagione da protagonista. Ben lontano dal suo best ranking (29), la strada per Frances è ancora tutta da scrivere.
MATTEO PROIETTI
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