Yamaha MotoGP: l’annata secondo Lin Jarvis

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Lin Jarvis, AD Yamaha Petronas, racconta l'annata appena trascorsa - Photo Credit: Yamaha Racing Official Facebook Page

Lin Jarvis, AD Yamaha Petronas, riassume com’è andato questo motomondiale MotoGP 2020. Il Covid ha sicuramente influenzato l’andamento della stagione ma pandemia a parte come si sono comportate le M1 in pista? Secondo Lin l’inizio è stato molto positivo, ma gara dopo gara l’obbiettivo iridato si è allontanato sempre più fino a svanire, come un miraggio nel deserto. Ecco il punto di vista del CEO.

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Lin Jarvis, AD Yamaha Petronas, racconta l’annata appena trascorsa – Photo Credit: Yamaha Racing Official Facebook Page

Gioie e dolori per la Yamaha MotoGP

Stando ai primi 2 GP disputati, con 2 vittorie e 3 podi, sembrava che la casa dai tre diapason non avesse rivali, poi però è accaduto qualcosa. Le dinamiche di questo flop non sono ben chiare: sarà stata la pandemia che ha azzerato ogni possibilità di sviluppo e test, oppure una lunga e incessante serie di sfortunati eventi che ha coinvolto entrambi i box (Ufficiale e Petronas); fatto sta che per il 2020 la nota casa giapponese ha concluso nuovamente con un nulla di fatto. Un “Bicchiere mezzo vuoto”, così Lin ha definito questo mondiale ma che al tempo stesso ha messo in luce il grande talento del giovane Franco Morbidelli. Non altrettanto brillanti sono stati invece i risultati di Fabio Quartararo e Maverick Viñales, mentre lo sfortunatissimo Valentino Rossi conclude forse la peggior annata della sua carriera. C’è tanto lavoro da fare in casa Yamaha.

“Abbiamo pagato gli errori tecnici nel processo di pianificazione iniziato a metà 2019. Sono seguiti poi i problemi alle valvole, un fardello che ha reso difficile lavorare per tutto il resto dell’anno. Sono stati errori umani, non era colpa né dei piloti né della squadra. Quando poi la Yamaha ha ricevuto le penalità abbiamo alzato le mani, ma impareremo da tutto ciò intensificando i controlli interni”.

Ha continuato Jarvis parlando dello scambio Rossi-Quartararo nel 2021

“L’addio di Valentino è un saluto normale. A livello sportivo non avrà effetti, ci saranno cambiamenti nelle dinamiche del gruppo Yamaha, ma potrebbe sentirsi più leggero con meno pezzi da provare, così da potersi concentrare solo sulle gare. Dipenderà molto dalla sua motivazione e dall’avvio di stagione. Starà a noi dar loro una moto competitiva in ogni condizione. Fabio ha ammesso di dover controllare le emozioni. Maverick sappiamo che ha alti e bassi, dovremo riuscire a tenerlo nella sua comfort zone”.

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Fabio Quartararo e Valentino Rossi durante il GP di Andalucia 2020 – Photo Credit: Yamaha Press

L’eccezione “Morbidelli”

Franco Morbidelli, vice campione, è l’unica eccezione di questa Yamaha così in difficoltà. L’avvio sicuramente non è stato dei migliori, ma nel tempo ha dimostrato di essere il più costante. Perché allora l’anno prossimo non avrà la stessa moto degli altri piloti?

“Ha iniziato la stagione da outsider. La logica diceva che erano Fabio, Maverick e Valentino a dover stare davanti. Ma finire a 13 punti da Mir credo sia stata una sorpresa positiva, sia per lui che per noi. Sono d’accordo con chi sostiene che Morbidelli si meriterebbe la moto nuova, certo in una situazione normale sarebbe andata così, ma il Covid ha cambiato tante cose. La M1 ufficiale è più cara della Spec-A di Franco e non era possibile né trovare i soldi né di allestire una quarta moto in così poco tempo. Ma siamo convinti che avrà un grande futuro“.

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Franco Morbidelli nel suo Box Yamaha Petronas durante il campionato MotoGP 2020 – Photo Credit: Yamaha Press

Testa già al 2021

Il discorso si è poi spostato sul grande lavoro che dovranno fare i tecnici e gli ingegneri per rendere competitiva la Yamaha 2021 e sulla possibilità di vedere il team VR46 in top class:

“Possiamo lavorare sul telaio, la frenata, le strategie, l’elettronica. Poi nel 2022 il motore dovrà essere più potente e facile. Stiamo lavorando molto per riuscirci. Per quanto riguarda la VR46 non so se si farà o meno. Probabilmente avremmo anche la possibilità di fare 6 moto ma non è una nostra priorità. Sarebbe un bel fardello con tutto quello che implica la produzione e il supporto di un altro team. Il numero ottimale è 4“.

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Andrea Perfetti

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