L’appello alla responsabilità lanciato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante il tradizionale discorso di fine anno non sembra aver avuto gli effetti sperati per far uscire la politica italiana dalla situazione di impasse in cui si trova.
Renzi vs Conte
Il leader di Italia Viva Matteo Renzi è determinato a portare avanti la crisi di governo portando come unica alternativa al ritorno alle urne un cambio di vertice alla presidenza del Consiglio.
Il principale responsabile della situazione sarebbe proprio Giuseppe Conte: “Si è trattato di un passo falso. Lui pensava di fare con noi il gioco del cerino, per metterci paura e additarci come irresponsabili che non hanno a cuore il bene del Paese. In realtà è Palazzo Chigi che oggi appare immobile davanti all’emergenza. E in assenza di novità, che immagino non ci saranno, il 7 gennaio noi ci assumeremo la responsabilità di ritirare la nostra delegazione di ministri”.
Pochi giorni ancora per capire quale sarà il futuro del Governo. Se rimpasto, come chiesto da Renzi, non sarà, le alternative in piedi rimangono sostanzialmente due: rimpiazzare i voti di Italia Viva con una truppa di senatori “responsabili” o il ritorno alle urne.
I responsabili
Qualcosa si sta già muovendo per creare un gruppo di senatori disposti ad appoggiare esternamente il premier Conte: si tratta di Italia 2023, gruppo registrato da Raffaele Fantetti ex di Forza Italia e nel quale sarebbero disposti a confluire ex azzurri, centristi, M5s ma anche 3-4 senatori di Italia Viva in rotta con Renzi. Si fanno i nomi di Giuseppe Cucca, Eugenio Comincini, Donatella Conzatti , Leonardo Grimani e Gelsomina Vono.
I numeri
Anche se si costituisse veramente questo gruppo di appoggio esterno al Governo i numeri rischiano di non essere sufficienti.
Al momento la maggioranza può contare in Senato su 151 voti sicuri: 92 del M5s, i 35 del Pd, 8 delle autonomie e 16 del gruppo Misto. L’opposizione invece è solo due voti più indietro, 149. Se da questi uscissero i 4-5 nomi di cui si è parlato in aggiunta ai 2-3 fuoriusciti dai renziani si arriverebbe giusto al fatidico numero del quorum di 159.
Insomma una strada in salita e i cui margini di successo sono estremamente risicati, anche perchè il PD e M5S rischiano di perdere la faccia e rinforzare ulteriormente l’opposizione che griderà allo scandalo e di tornare subito alle urne.
Le alternative
A meno di immaginare scenari fantapolitici in cui prenda veramente forma Forza Italia Viva di cui si era parlato qualche tempo fa, con la fusione tra i partiti di Renzi e Berlusconi, di sicuro al momento Renzi vuole evitare le urne. Il rischio di sparire politicamente è troppo elevato e lo sa bene.
A questo punto l’unico scenario che eviterebbe questa soluzione (considerato i numeri risicati dell’eventuale gruppo di responsabili) sarebbe quello di un accordo tra Conte e Renzi con un rimpasto di Governo che garantirebbe ad Italia Viva un ministero in più, per Renzi stesso o Elena Maria Boschi. Più difficile al momento immaginare la convergenza di maggioranza e opposizione su un alternativa alla Mario Draghi come premier.
Per il governo Conte questo 2021 per il premier non poteva iniziare in modo peggiore.
Valerio Altieri