Il governo sta decidendo di prolungare le restrizioni anti contagi, anche nelle zone gialle, fino alla metà di gennaio – ossia il periodo in cui scadrà il Dpcm -, a causa della curva dei contagi che sta continuando a salire. Alcune regioni potrebbero cambiare fascia a partire da venerdì 8. Con la riapertura delle scuole e il ritorno alla libera mobilità, il governo teme un aggravarsi della situazione.
L’indice Rt decisivo per le nuove restrizioni
Le regioni con un Rt superiore all’1,25 passeranno probabilmente in fascia arancione, mentre quelle con indice superiore all’1,50 dovranno entrare in fascia rossa. Al momento, però, nulla è ancora deciso. Ci sono alcune regioni che rischiano di non tornare in fascia gialla a causa dell’Rt. Veneto, Liguria e Calabria registrano un indice maggiore di 1 anche nel valore inferiore. Basilicata, Lombardia e Puglia lo superano nel valore medio.
Secondo il segretario del Comitato tecnico scientifico Fabio Ciciliano, l’aumento dell’Rt è causato dagli affollamenti per lo shopping natalizio. “L’8 gennaio analizzeremo la situazione” – spiega Ciciliano – “E valideremo eventuali cambi di fascia con regioni che potranno entrare in zona arancione o rossa”.
Cosa potrebbe accadere
L’idea è quella di prorogare, anche nelle zone gialle, i divieti adottati durante le festività. Fino al 15 gennaio bar e ristoranti resteranno chiusi anche a pranzo, consentendo solamente la consegna a domicilio e l’asporto. Questa misura però porterebbe la Federazione pubblici esercizi sul piede di guerra a causa di un settore in crisi da mesi.
Allo studio anche regole per gli spostamenti. Si potrebbe mantenere il divieto di oltrepassare i confini regionali o addirittura di restare nel proprio comune di residenza. Resterebbe la deroga di spostamenti per motivi di lavoro, salute e urgenza.
Con la proroga delle restrizioni fino al 15 gennaio si allontana la riapertura di palestre, piscine, cinema e teatri. Per quanto riguarda le palestre l’ipotesi più accreditata è quella di riaprire svolgendo solamente lezioni individuali.
Andrea Caucci Molara