Don Giovanni di Mozart in onda su Rai 5 domattina, 4 gennaio alle 10. Protagonista Ildebrando D’Arcangelo, dirige il maestro Riccardo Frizza

Dal Teatro Lauro Rossi di Macerata domattina alle 10, su Rai 5, si può assistere al Don Giovanni, opera lirica in due atti su musica di Wolfgang Amadeus Mozart, su libretto di Lorenzo Da Ponte. Nei panni del dissoluto punito, come indicava il titolo originale dell’opera, Ildebrando D’Arcangelo, mentre  il maestro Riccardo Frizza dirige il Coro Lirico marchigiano Vincenzo Bellini. L’evento è realizzato grazie alla Fondazione Orchestra Regionale delle Marche.

 Riccardo Frizza - photo credits: Venice Classis Radio Italia
Riccardo Frizza – photo credits: Venice Classis Radio Italia

Don Giovanni, il dramma giocoso composto per l’imperatore Giuseppe II d’Asburgo

Rappresentato per la prima volta il 29 ottobre 1787 al Teatro degli Stati generali di Praga, l’opera musicata da Wolfgang Amadeus Mozart, composta a 31 anni su commissione dell’imperatore Giuseppe II d’Asburgo, il Don Giovanni è considerato uno dei capolavori della musica classica, sia per la qualità musicale che per la caratterizzazione psicologica dei personaggi.

Dal nobile Don Giovanni, col suo comportamento immorale all’ironia del Leporello, dalla coppia di contadini Masetto e Zerlina, semplici ma più saldi moralmente rispetto al tiepido Don Ottavio, il “fidanzato modello” che Mozart prende in giro per la sua inconsistenza e ipocrisia.

“Idol mio, non vedete ch’io voglio divertirmi?”

Divisa in due atti, l’opera viene definita giocosa per la farsa assurda che si sviluppa nel corso degli avvenimenti rappresentati. Il malvagio libertino, in mezzo a mille peripezie, incurante delle sofferenze che provoca il suo continuo sedurre e abbandonare, diverte e sgomenta allo stesso tempo.

In diversi frangenti si è tentati di avere simpatia per lui, ma con l’atto omicida capiamo  che è lui stesso a spingersi verso il baratro. Quei versi del primo atto, “Idol mio, non vedete ch’io voglio divertirmi”  alla fine riecheggiano nello spettatore  vividi e inquietanti. Vincono la superficialità del seduttore e assassino solo le fiamme dell’inferno in mezzo alle quali divampano i demoni che sono venuti a prenderlo nel suo palazzo.

Wolfgang Amadesus Mozart – photo credits: sito web viacialdini

Riportiamo alcuni versi tra i più conosciuti dell’opera scritta da De Ponte, dove il fedele servo di Don Giovanni, rivolgendosi a donna Elvira, fa un catalogo di tutte le donne alle quali il suo padrone ha fatto perdere la testa. 640in Italia, 231 in Germania, 100 in Francia, 1003 in Spagna, in Tuchia 91.

Don Giovanni, l’uomo che amava tutte le donne… per un po’

Madamina, il catalogo è questo/Delle belle che amò il padron mio/un catalogo egli è che ho fatt’io/Osservate, leggete con me./In Italia seicentoquaranta/In Alemagna[2] duecento e trentuna/Cento in Francia, in Turchia novantuna/Ma in Ispagna son già mille e tre.

V’han fra queste contadine/Cameriere, cittadine/V’han contesse, baronesse/Marchesane, principesse./E v’han donne d’ogni grado/D’ogni forma, d’ogni età./Nella bionda egli ha l’usanza/Di lodar la gentilezza/Nella bruna la costanza/Nella bianca la dolcezza./

Vuol d’inverno la grassotta/Vuol d’estate la magrotta/È la grande maestosa/La piccina è ognor vezzosa/Delle vecchie fa conquista/Pel piacer di porle in lista/Sua passion predominante/È la giovin principiante./Non si picca – se sia ricca/Se sia brutta, se sia bella/Purché porti la gonnella/Voi sapete quel che fa.

Anna Cavallo

Nella cover: Ildebrando D’Arcangelo – photo credits: sito web Gramiliano