Stasera il programma Quarto Grado si occuperà della morte di Rosina Carsetti, la donna di 78 anni trovata morta alla Vigilia di Natale nella sua villetta a Montecassiano, un piccolo comune a pochi chilometri da Macerata. Secondo gli avvocati del marito, della figlia e del nipote di Rosina, si tratta di una rapina finita in tragedia, come dimostrerebbero evidenti segni di effrazione.
Una versione che non convince del tutto gli inquirenti, che continuano a indagare tra i familiari per presunti abusi e maltrattamenti. La signora, infatti, pochi giorni prima di perdere la vita, si era rivolta al centro antiviolenza di Macerata per sfogarsi delle vessazioni familiari e per capire come difendersi legalmente.
Il caso di Rosina Carsetti
Interrogatorio in caserma, di ieri mattina, per i familiari di Rosina Carsetti, 78 anni, trovata morta sul pavimento della cucina nella sua villetta, al civico 31 di via Pertini, a Montecassiano (Macerata), nel tardo pomeriggio della Vigilia di Natale.
Per l’omicidio dell’anziana sono indagati il marito Enrico Orazi, la figlia Arianna e il nipote, Enea Simonetti, accusati anche di favoreggiamento, simulazione di reato e maltrattamenti in famiglia. I familiari, la sera stessa della morte della Carsetti, hanno riferito che un rapinatore era entrato in casa e aveva immobilizzato Enrico e legato Arianna, poi sarebbe scappato con dei soldi, lasciando l’anziana senza vita.
Ma qualcosa fin da subito non ha convinto gli inquirenti, che dopo aver interrogato separatamente, la notte dell’omicidio, i tre familiari separatamente per circa 18 ore, li hanno accusati di omicidio e favoreggiamento.
Due giorni dopo, è emerso che Rosina aveva chiesto aiuto il 19 dicembre (cinque giorni prima di morire) al centro antiviolenza di Macerata, parlando di tensioni con tutti i componenti della famiglia e aveva preso un appuntamento con l’avvocato del centro, incontro che era stato fissato per il 29 dicembre. Ma a quell’incontro Rosina non ha fatto in tempo ad andare. A numerosi amici, amiche e vicini di casa, l’anziana aveva anche riferito che sarebbe stata relegata dai familiari in cucina e che l’avrebbero fatta dormire solo sul divano, e che non le avrebbero fatto usare l’acqua calda. A molti avrebbe raccontato anche che le avevano tolto l’auto e che le davano 10 euro al giorno. Ha riferito anche di un paio di episodi di maltrattamenti, in un caso anche fisico. Gli accertamenti della procura sono in corso.
“Le indagini della procura stanno proseguendo, parallelamente alle nostre indagini difensive – ha spiegato fuori dalla caserma l’avvocato Valentina Romagnoli – e quando tutti avremo il quadro più chiaro della situazione valuteremo se ci sono i presupposti per rendere ulteriori dichiarazioni. Allo stato i nostri sono stati molto dettagliati già la sera stessa, quindi ritenevamo che non fosse necessario aggiungere altro”. A sostegno alla versione della rapina finita male, l’avvocato ha parlato di nuovo del “pezzettino di portafinestra che risulta evidentemente rotto e trovato a terra dalla Scientifica nel corso dell’ultimo sopralluogo e che è evidentemente il segno di una forzatura che è stata effettuata su quella finestra”.