Dopo dieci anni ininterrotti al potere, il premier olandese Mark Rutte si è dimesso oggi dal suo incarico a due mesi dalle legislative ed in piena crisi sanitaria per lo scandalo legato al bonus figli. Un polverone politico sollevato dopo che i funzionari del fisco avevano accusato ingiustamente 20mila famiglie di frode, facendone indebitare molte per rimborsare le indennità per l’infanzia nel periodo tra il 2013 ed il 2019.
Il governo di Mark Rutte in Olanda ha rassegnato le dimissioni a causa di uno scandalo relativo alla gestione dei sussidi familiari che, secondo un’indagine parlamentare, ha gettato migliaia di famiglie sul lastrico.
Lo scandalo di Rutte
La storia è di mala gestione della cosa pubblica, va avanti dal 2012 e riguarda illegalità amministrative nell’assegnazione del bonus figli a detrimento soprattutto dei nuclei di origine migrante.
Molti di questi si sono indebitati per restituire all’agenzia delle tasse quanto ricevuto. Parliamo di circa 20mila famiglie, costrette a fare debiti per ripagare i bonus figli; famiglie ingiustamente accusate dallo Stato di aver commesso frode e senza alcuna possibilità di appellarsi. Secondo il rapporto parlamentare Ingiustizia senza precedenti divulgato recentemente, sono state commesse “violazioni delle norme fondamentali dello stato di diritto”.
La vicenda politica
L’ex ministro del lavoro e leader dei Labouristi si era già dimesso giovedì, travolto dallo scandalo. Poi la coalizione di governo (4 partiti) si è divisa sul da farsi. Risarcimenti alle famiglie per 500 milioni di euro erano già stati stanziati nei mesi scorsi.
Il premier Mark Rutte era contrario alle dimissioni in blocco ma alla fine ha ceduto. A soli due mesi dalle legislative, il gabinetto guidato dal liberale Rutte si è dovuto assumere la responsabilità politica dell’accaduto. Per la stampa è il più grande scandalo politico e amministrativo delle legislature di Rutte, l’uomo che ha guidato diversi governi dal 2010.
Oggi in una conferenza stampa dopo le dimissioni Rutte ha detto che il rapporto è “duro ma giusto” che sono state “criminalizzate persone innocenti” e che tuttavia la sua carriera politica va avanti. Rutte ha confermato che sarà alla guida dei liberali alle elezioni del prossimo marzo, dicendo di avere tutta la fiducia