Oggi, 27 Gennaio, è la Giornata della Memoria. La nostra redazione musicale vuole per questa occasione ricordare alcune delle canzoni più importanti ispirate dall’Olocausto. Da Bob Dylan e Leonard Cohen, passando per Francesco Guccini e Franco Battiato, ecco la storia dei brani da noi selezionati per la giornata di oggi.

Bob Dylan, Whit God on Our Side (1964)

Quando la Seconda guerra mondiale è finita abbiamo perdonato i tedeschi, e siamo diventati amici, anche se hanno ucciso sei milioni di persone bruciandole nei forni. Anche i tedeschi adesso hanno Dio dalla loro parte

With God on Our Side è una canzone di Bob Dylan, terzo estratto del suo album The Times They Are A-Changin’. Non è un brano incentrato interamente sul tema della Shoah. Descrive tanti stermini provocati da diversi accadimenti e conflitti storici. Dallo sterminio dei nativi americani alla guerra civile statunitense, dalle due guerre mondiali alla guerra fredda. In aggiunta a questi eventi, non manca di citare anche i sei milioni di morti dovuti all’Olocausto. Il testo è profondamente provocatorio. Dylan semplicemente si chiede: come è possibile che, a ogni sterminio, Dio sia dalla nostra parte?

Bob Dylan, With God on Our Side (1964)

Leonard Cohen, Story of Isaac (1969)

Questo vero capolavoro di Cohen, è forse il brano più famoso in assoluto sulla Shoah. In Story of Isaac, l’autore accosta lo sterminio al sacrificio di Isacco, mettendo però in evidenza una grande differenza tra Abramo e i nazisti. Mentre il profeta era mosso da una visione divina e confidava in essa, i nazisti invece avevano seguito semplicemente uno schema, un’ideologia.

Tu che costruisci questi altari ora/ per sacrificare questi bambini/ non devi più farlo / Uno schema non è una visione / e non sei mai stato tentato / da un demone o da un dio / Tu che stai sopra di loro ora / le tue accette smussate e insanguinate/ prima non c’eri / quando mi sdraiavo su una montagna / e la mano di mio padre tremava / per la bellezza della parola

Leonard Cohen, Story of Isaac (1969)

Francesco Guccini, Auschwitz (1966)

Son morto con altri cento / Son morto ch’ero bambino / Passato per il camino / E adesso sono nel vento / Adesso sono nel vento

Il brano scritto dal cantautore emiliano, è stato inizialmente pubblicato dall’Equipe 84. Guccini la incide nel 1966 con il titolo La canzone del bambino nel vento (Auschwitz). Per la stesura di questo pezzo, forse il più famoso tra i brani italiani dedicati alla Shoah, l’astista s’ispirò a fonti letterarie. Il saggio Il flagello della svastica di Edward Russell e il romanzo Tu passerai per il camino di Vincenzo Pappalettera. Il testo è narrato da due punti di vista. Quello di un bambino che muore nel campo di concentramento di Auschwitz, e quello dello stesso autore.

Francesco Guccini, Canzone del bambino nel vento (Auschwitz) (Live@RSI 1982)

Franco Battiato, Il carmelo di Echt (2008)

Brano scritto da Juri Camisasca e inserito nella raccolta di cover di Battiato del 2008 Fleurs 2. La canzone è incentrata sulla storia della filosofa ebrea Edith Stein, che si convertì al cattolicesimo e divenne suora carmelitana nel convento di Echt, nei Paesi Bassi. La conversione non le bastò a salvarsi la vita: restò vittima della persecuzione nazista. Venne fatta santa da papa Giovanni Paolo II nel 1998.

“Dentro la clausura/ qualcuno che passava/ selezionava gli angeli./ E nel tuo desiderio di cielo/ una voce nell’aria si udì:/ gli ebrei non sono uomini./ E sopra un camion/ o una motocicletta che sia/ ti portarono ad Auschwitz”

Franco Battiato, Il carmelo di Echt (2008)

Francesco De GregoriNumeri da scaricare (2005)

Questo pezzo blues usa l’immagine dei treni che trasportano i prigionieri. La riflessione centrale è la domanda che ci siamo posti per decenni: Puoi pure non guardare
Ma non è possibile che non vedi?

Guarda quel treno/ che sta arrivando da lontano/ È nero come il fumo/ e sta arrivando piano piano/(…) Non c’è niente da guardare dal finestrino/ Solo madri senza latte/ e cenere dal camino/ (…) È gente come te e me/ o sono numeri da scaricare/ È l’inferno che avanza/ ma non ti devi preoccupare

Francesco De Gregori, Numeri da scaricare (2005)

The Indigo GirlsThis Train Revised (1994)

Ecco una ballerina che non ha le gambe / Ecco un guaritore (ecco un insegnante che nob ha volto) / Chi non ha mani (ecco un corridore che non ha piedi) / Ecco un pensatore (ecco un costruttore che non ha spalle) / Chi non ha testa (ecco uno scrittore che non ha voce)

The Indigo Girls, This Train Revised (1994)

Per ultima, ricordiamo una canzone che, a differenza della maggior parte sull’Olocausto, non ricorda solo gli ebrei come vittime del nazismo. This Train Revised è una canzone folk rock che ci ricorda che stipati su quei treni c’erano anche zingari, omosessuali e tanti altri. È un brano secco e duro, che vuole mettere in evidenza come quelle persone non avessero nulla di strano.

A cura di Valeria Salamone

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