Oggi, 2 febbraio, il nostro calendario segna il giorno della Candelora. Che cosa è e a quando risale? Si tratta di una festività che ha ormai perso rilevanza ma che un tempo doveva essere molto sentita, soprattutto nelle campagne. Le chiese, nelle albe fredde di febbraio, vedevano radunarsi una nutrita folla, per la messa d’una festa considerata della Vergine: la Purificazione.
Le origini pagane del giorno delle candele
La Candelora è ormai completamente inserita nella cultura occidentale. Il nome della festa è, infatti, di origine cristiana, attribuito alla celebrazione del 2 di febbraio per ricordare la presentazione di Gesù al tempio di Gerusalemme, quaranta giorni dopo la nascita. La festa venne introdotta tra il 492 e il 496 da Papa Gelasio I, in onore della Purificazione della Madonna. In particolare, il termine proviene da candelorum (benedizione delle candele): in questa speciale occasione vengono, appunto, benedette le candele che simboleggiano Cristo; egli rappresenta simbolicamente la luce che illumina i credenti. Tuttavia, le origini di questa ricorrenza sono decisamente più antiche. Certo è, in effetti, il parallelismo con una festività propria della Roma pagana.
La festività era legata alla celebrazione di Giunone Februata (era usanza che le donne girassero per casa e per la città con fiaccole accesa come forma di purificazione degli spazi privati e pubblici) e di Fauno Luperco, divinità degli armenti e della natura. La sua festività, i Lupercalia, alle Idi di febbraio, il 15 del mese, comportava la purificazione dei campi per favorirne la fecondità. Tali ricorrenze, dunque, si trovano strettamente connesse con l’idea di liberazione ed espiazione. Ripulire le case e i campi attraverso il fuoco, tradizionale per i pagani, è stata un’usanza poi riadattata dalla celebrazione cristiana.
Leggende e tradizioni legate al giorno della Candelora
Vediamo, quindi, che ricorrente per questa festa è la fiaccola, la candela o semplicemente il fuoco. Dunque, si può affermare che la Candelora rientri perfettamente nelle Feste del fuoco. E ciò non può che essere calzante per un giorno che sancisce, dall’antichità, un momento di transizione; da un lato il freddo rigidissimo, dall’altro la primavera che inizia a preannunciarsi. Nel momento in cui l’inverno si fa più duro ecco che l’uomo tenta di esorcizzarlo riportando la “luce” sulla terra. Quindi, fuoco come calore e luce che scalda e inizia a creare terreno fertile per le nuove colture della bella stagione.
Se però il tema del fuoco è noto, meno è invece quello tradizionalmente legato all’orso. C’è, infatti, una leggenda legata a questo animale e al giorno della Candelora; ancora in qualche località montana, soprattutto a nord, il 2 febbraio è il giorno dell’orsa. La tradizione vuole che l’animale si svegli dal letargo per valutare com’è il tempo. Se ritiene ci sia un tempo adatto ad iniziare ad uscire e costruirsi un rifugio all’esterno, per gli uomini l’inverno continua ancora rigido per più di un mese. In caso di pioggia, invece, l’orso rientrerebbe immediatamente preannunciando, così, una fine imminente della stagione più rigida.
Negli Usa e in Canada questa notissima tradizione italiana è stata sostituita con il Giorno della Marmotta che ricorre proprio il 2 febbraio.
Martina Pipitone