Per Patrick Zaki è stato deciso un “rinnovo della detenzione preventiva di 45 giorni per diffusione di notizie false”. Lo riferisce una fonte giudiziaria egiziana, affermando che “la Procura generale ha confermato la propria volontà di applicare le disposizioni di legge e della Costituzione che la autorizzano a tenere l’accusato in custodia cautelare”. Questo in quanto “i motivi della sua incarcerazione permangono” e “le indagini proseguono”.
Lo studente dell’università di Bologna deve rispondere, in particolare, “di istigazione a manifestare, esortazione a rovesciare il regime e diffusione di false informazioni”. Lo studente viene accusato per “l’uso di un account su una rete internet internazionale per destabilizzare l’ordine pubblico, compromettere e mettere in pericolo la sicurezza della società“, aggiunge la fonte con implicito riferimento a Facebook.
Il caso giudiziario di Zaki è al momento “l’unico che viene costantemente monitorato da un gruppo di Paesi stranieri grazie all’iniziativa italiana”. Lo sottolinea la Farnesina che rileva come “negli ultimi giorni il ministero degli Esteri, attraverso la sua ambasciata al Cairo, ha continuato a sensibilizzare le autorità locali sul caso in questione, al fine di favorire la pronta scarcerazione del giovane studente”.