Mario Draghi ha terminato, da pochi minuti, il primo giro di consultazioni per la creazione del nuovo governo. Le consultazioni si sono concluse con due altre adesioni importanti, quelle provenienti dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega.

La posizione della Lega e le parole di Salvini

Dopo le adesioni del Partito Democratico, di Leu, Italia Viva e Forza Italia, è arrivata anche l’incondizionata fiducia della Lega di Matteo Salvini. Il leader della Lega, nel giro di poche ore, è passato dal “O noi o Grillo” al “Tutti i partiti dentro come nel dopoguerra”. Ecco le sue parole, dopo l’incontro con Draghi: “Noi non poniamo condizioni. Altri lo fanno, noi nessuna condizione né su persone né sulle idee. Il bene del Paese deve superare interesse personale e partitico. Io preferisco esserci e controllare. Preferisco essere nella stanza dove si decide piuttosto che stare dove si assiste ad esempio nella stanza dove si deciderà come spendere i 209 miliardi del Recovery”. Salvini, inoltre, ha riproposto temi molto cari alla Lega ed ai suoi elettori: “Nessuna tassa, semmai una pace fiscale per aiutare i cittadini. Molto tempo è stato impegnato sui temi di sviluppo, crescita, cantieri, ripartenza, edilizia e opere pubbliche. Credo sia fondamentale per ridare lavoro, ad esempio dalla Tav. al ponte sullo Stretto, dal Brennero alla Pedemontana fino a sviluppo dei porti”.

Alla domanda se la Lega ha inoltrato specifica richiesta al ministro incaricato per dei suoi ministri all’interno della nuova maggioranza, Salvini ha risposto: “Sull’idea di squadra non siamo noi a chiedere, non abbiamo chiesto posti, lasciamo a Draghi decidere come organizzare la squadra. Semplicemente essendo il primo partito, non accettiamo che altri dicano: ‘Loro no!’ perché significa dire no all’Italia, specie sentirselo dire da chi ha il 2%. Comunque credo che Draghi saprà amalgamare e coinvolgere tutti”.

Mario Draghi: Il Movimento 5 Stelle apre

Ultima componente politica ad essere ricevuta da Mario Draghi è stata il Movimento 5 Stelle. Anche nel caso del M5S il ministro incaricato ha ricevuto un’altra, importante adesione. Le parole di Vito Crimi, capo politico del M5S, espresse dopo l’incontro con Mario Draghi, sono incentrate sulle peculiarità del nascituro governo e le basi da cui deve ripartire: “Un’ambizione solidale, ambientalista, europeista. E partendo da quello che è stato già realizzato. Abbiamo trovato da parte sua la consapevolezza di partire con l’umiltà di chi accoglie quanto fatto prima. Abbiamo ribadito la nostra volontà che non siano indebolite misure come il reddito di cittadinanza. Abbiamo ribadito al presidente Draghi che in questo anno e mezzo alcune forze della maggioranza hanno lavorato insieme e ottenuto risultati importanti con esigenze e criticità reciproche e con capacità di mediazione e comprensione e tanta lealtà mai mancata da parte nostra. Questo ci ha consentito di superare contrasti con la giusta mediazione. Quindi si deve partire da questa base e su questa deve formarsi un nuovo governo”.

Il Movimento 5 Stelle chiude

Vi è una parte storica del Movimento 5 Stelle che proprio non riesce a digerire questa opportunità politica rappresentata da Mario Draghi. La componente del movimento che si riconosce in Alessandro Di Battista, non ama particolarmente la figura di Mario Draghi, ritenuta responsabile di alcune decisioni discutibili quando era Direttore generale del Tesoro e Governatore di Banca d’Italia. Ma il boccone più indigesto è il far parte di un “governissimo” dove vi sia anche rappresentata Forza Italia. Le parole di Alessandro Di Battista sono chiarissime e non lasciano il minimo spazio di “trattativa”: Il 9 febbraio del 2018, lessi ad Arcore la sentenza di condanna definitiva di Marcello Dell’Utri, fondatore di Forza Italia. Quella sentenza dimostra il pagamento di ingenti somme di denaro da parte di Berlusconi a Cosa Nostra. Pochi mesi dopo, un’altra sentenza, quella sulla Trattativa Stato Mafia (I grado) ha confermato il fatto che Berlusconi continuò a pagare ingenti somme di denaro a Cosa Nostra palermitana anche dopo essere stato eletto Presidente del Consiglio. Io non ce la faccio. Io non sosterrò mai un governo sostenuto da Forza Italia “.

Stefano Vori