San Faustino: famiglia pagana e cavaliere durante l’impero di Adriano, si converte al cristianesimo. I miracoli, le torture, la decapitazione
Oggi 15 febbraio, la Chiesa festeggia San Faustino, conosciuto negli ultimi anni soprattutto per essere considerato il protettore dei single. Secondo la tradizione, infatti, San Faustino di Sarezzo, località in provincia di Brescia, aiuterebbe a trovare l’anima gemella. Il perché sta nel significato del nome che in latino sta per propizio e quindi compatibile con chi, appunto, è in cerca. Un’altra spiegazione, ritenuta più plausibile, è la celebrazione del santo che cade proprio il giorno dopo San Valentino, protettore degli innamorati.
Perché San Faustino patrono dei single?
Per una sorta di par condicio, quindi, la scelta del protettore di chi non ha un compagno sarebbe caduta su di lui. Va precisato, comunque, che il 15 febbraio si festeggia il martirio non di uno ma di due santi: Faustino e Giovita. Tra i due è stato scelto il primo probabilmente per il valore semantico del nome a cui si accennava sopra.
Andiamo ora invece a scoprire la tragica biografia di questo santo, originario della città lombarda e vissuto tra il 120 e il 134 dopo Cristo, all’epoca dell’imperatore Adriano, succeduto a Traiano nel 117.
La conversione di Faustino insieme a Giovita e l’ostilità dell’impero
Figlio di una ricca famiglia pagana e nominato cavaliere, Faustino si converte al cristianesimo insieme ad un altro ragazzo, Giovita, anche lui della sua stessa classe sociale. Insieme, dopo aver ricevuto il Battesimo, iniziano un’intensa evangelizzazione portando la parola del Vangelo nelle terre bresciane. Il risultato è l’attrazione verso il cristianesimo di un numero crescente di persone che però risulta indigesta alle autorità imperiali che premono per mantenere in auge i riti pagani.
Il battesimo, la predicazione del Vangelo e la conversione della moglie del governatore
Sia lui che Giovita sono stati convertiti da Apollonio, il quarto vescovo di Brescia. Anche lui sarà martirizzato dall’imperatore Adriano. Tra i convertiti dalla predicazione dei due giovani, anche Afra, moglie del governatore della zona della Rezia, Italico e anche lei destinata per questo al martirio. Italico, una volta morto Traiano, preme sul nuovo imperatore Adriano, di passaggio a Milano dalla Gallia, perché li faccia uccidere.
Il miracolo dei leoni mansueti e delle fiamme, la conversione del ministro Calocero
L’imperatore allora li mette alla prova chiedendo ai giovani il sacrificio al dio sole. Faustino e Giovita non solo rifiutano ma danneggiano perfino la statua del dio. L’imperatore ordina per punizione che siano dati in pasto ai leoni del circo. Gli animali però si mostrano mansueti verso di loro. E’ proprio in questa circostanza che avviene la conversione di Afra, così come di moltissime altre persone che assistono al miracolo dei leoni. Tra questi anche Calocero, ministro della corte pretoria.
Nel carcere di Milano, poi a Roma e a Napoli
A questo punto l’imperatore ordina che i due ragazzi vengano scorticati vivi, ma anche questa volta miracolosamente, le fiamme non li toccano nemmeno. Vengono quindi trasferiti nel carcere a Milano, perché dopo l’accaduto, si moltiplicano le conversioni. Qui vengono torturati sull’eculeo, un cavalletto dove il prigioniero viene stirato in direzioni opposte. Vengono portati a Roma, al Colosseo, ancora una volta dati in pasto alle belve che ancora una volta si mostrano innocue con loro.
La morte per decapitazione a Brescia il 15 febbraio
Poi vengono imbarcati per Napoli. Durante il viaggio con le preghiere sedano una tempesta, ma subiscono ancora una volta torture e infine vengono abbandonati su una barca di fortuna, da cui però riescono a scampare. L’imperatore, alla fine, decide di farli ricondurre a Brescia, dove vengono decapitati, il 15 febbraio fuori Porta Matolfa. Sepolti nel vicino cimitero di San Latino, qui è stata costruita la chiesa di San Faustino ad sanguinem, chiamata in un secondo momento Sant’Afra e oggi Sant’Angela Merici. Alcune reliquie sono oggi conservate nella basilica dedicata ai due santi. Riguardo l’iconografia, i due martiri sono raffigurati in veste militare romana con la spada in un pugno e la palma del martirio nell’altra. Il loro culto si diffonde a partire dall’ottavo secolo.
Anna Cavallo