Il viceministro uscente alla Salute Pierpaolo Sileri, ospite della trasmissione RAI “Domenica In”, ha evidenziato le problematiche legate alle varianti del virus e le conseguenze che ne possono scaturire in riferimento ai vaccini: “Alcune varianti sono insignificanti, altre purtroppo creano problemi. La variante sudafricana è quella che pone più problemi perché sembrerebbe resistente ai vaccini. Come combattere questo aspetto? Intanto con le chiusure laddove ci sono queste varianti, almeno all’inizio, per congelare la situazione e studiarla meglio. Se ci sono dei focolai abnormi, lì bisogna immediatamente chiudere”.
“Ora – ha aggiunto Sileri – serve cercare le varianti, è necessario procedere con la rete di laboratori per analizzare il genoma del virus e poi bisognerà vedere se su quelle varianti il vaccino funziona o meno e nel caso fare le modifiche ai vaccini. La prima cosa è chiudere laddove c’è qualcosa di anomalo. Studi, raffreddi la situazione e proteggi la popolazione. Poi riparti se la situazione è gestibile oppure resti chiuso per più tempo. In questo momento il vaccino è efficace contro la variante inglese ed è l’arma più grande per ridurre anche il numero di varianti, bisogna farne il più possibile”.
Viceministro Sileri e la somministrazione rapida del vaccino
Se il vaccino è l’arma che si deve usare contro la diffusione del virus e contro le sue varianti, il tema della fornitura delle dosi diventa primario. Il viceministro ha assicurato che “sono attese 15-20 milioni di dosi al mese da aprile-maggio. Dunque per l’estate dovremmo riuscire a vaccinare tutte le categorie più fragili della popolazione“. Il grande problema rimangono le varianti poiché, se una di queste risultasse resistente ai vaccini, si correrebbe il rischio di bloccare tutto, poiché le case produttrici dovrebbero riprogrammare i vaccini. Questo comporterebbe grandi problemi in riferimento ai tempi della campagna di vaccinazione.
L’immunità di gregge
Il viceministro Sileri ha aggiunto: “Speriamo che con la bella stagione il virus farà un passo indietro come è stato l’anno scorso”. Anche perché “l’immunità di gregge non sarà possibile prima della fine del 2021, inizio 2022″.
Stefano Vori