Le origini del Martedì grasso, come quelle del Carnevale, affondano le proprie radici nella notte dei tempi. Già gli antichi greci e romani davano vita a riti che propiziavano abbondanza con feste in maschera in onore del dio Saturno. Nel Medioevo la Chiesa per porre un freno ai rituali pagani fece semplicemente coincidere questa festività come il periodo che anticipa la Quaresima. A questo si aggiungevano i festeggiamenti legati alla fine dell’inverno, periodo di carestia, e davano il benvenuto alla primavera e al calore del sole.

Fu così che in epoca cristiana nel giorno precedente il mercoledì delle Ceneri, che dava inizio alla Quaresima, ci si lasciava andare agli eccessi. Inoltre la parola Carnevale, proviene dal latino “carnem” e “levare“, ossia levare la carne, poiché secondo la tradizione, il venerdì Santo non si mangia carne. In Italia da numerosi secoli la festa del Canevale è celebrata in diverse città come un vero e proprio evento. Venezia, ad esempio, è tra le città più suggestive dove la tradizione ha origini piuttosto antiche. Tra tinte ottocentesche e decadenti, tra cortei in barca sui canali e atmosfere di ineguagliabile suggestione con i suoi sontuosi costumi e le maschere eleganti, il martedì grasso a Venezia è di certo tra i più affascinanti.

Immagine carnevale a Venezia photo credit: progettoartes.it
Immagine carnevale a Venezia photo credit: progettoartes.it

Le origini e le tradizioni del martedì grasso in Italia

Impossibile non nominare il culmine dei festeggiamenti carnevaleschi di Viareggio. Protagonista assoluto, il Burlamacco, maschera simbolo della città. Quello di Viareggio è sicuramente il carnevale fra i più spettacolari del nostro paese, con giganteschi carri allegorici realizzati dalle superbe maestranze dei cartapestai. Oltre ai cortei sono innumerevoli gli eventi di contorno che durano fino all’ultimo giorno. Ad Ivrea il carnevale si conclude con la rappresentazione medievale della “Battaglia delle arance“. Nel giorno del martedì grasso infatti si rievoca la ribellione da parte della giovane Violetta ad un tiranno. Con la giovane sostenuta dalla cittadinanza si da vita a questa lotta scatenata a suon di lanci di succose arance dai “Carri da Getto” trainati da cavalli.

Il carnevale più antico d’Italia di cui si ha testimonianza da un documento, risalente al 1347, è quello di Fano, città delle Marche. Anche qui il culmine della festa si ha nel giorno di martedì grasso con la sfilata dei carri allegorici dai quali si distribuiscono alla folla in maschera, dolciumi e caramelle. Gli imponenti carri allegorici fanesi, spesso raggiungono un altezza di 16 metri addobbati di luci e accompagnati dalla musica “Arabita“. In gergo significa “arrabbiata” e rappresentava il dissenso della popolazione povera nei confronti dei ricchi della città. Costoro si prodigavano a produrre suoni “fastidiosi” con gli oggetti strampalati come: ombrelli, caffettiere e bidoni. Questo avveniva in contrapposizione dei pochi ricchi che invece accompagnavano la festa con strumenti eleganti e raffinati.

Immagine del carnevale di Fano   photo credit: carnevaledifano.com
Immagine del carnevale di Fano photo credit: carnevaledifano.com

Di città in città

Maschera tipica del carnevale fanese è il “Pupo“. Il nome di questa maschera nasce dalle espressioni in dialetto fanese “el pup” e rappresenta la caricatura del personaggio più in vista del momento. Ogni anno tutti i carri, e ovviamente “il pupo”, vengono rinnovati per rendere attuale il lato folkloristico e satirico della manifestazione. “Il Pupo” in antichità rappresentava l’animale sacro sul quale la comunità addossava tutte le colpe collettive e individuali commesse durante l’anno ed è la rivisitazione moderna dell’antico rito del capro espiatorio condotto all’altare per il sacrificio. Al culmine del carnevale, nel giorno del Martedì grasso, “il Pupo” viene messo al rogo, che per tradizione si allestisce in piazza XX settembre.

Per la maggior parte in Italia, come abbiamo detto il culmine dei festeggiamenti si ha quindi il martedì grasso, le cui origini variano a seconda delle città rappresentando sempre l’ultimo giorno di carnevale quando si premiano le maschere e i carri migliori, si svolgono i rituali più affascinanti, si indossano le maschere più belle e si sfila in corteo. Decisamente suggestivo è il carnevale di Mamoiada, in Sardegna dove il Martedì grasso prende il nome di “Martisero“, mentre ad Ulassai, in provincia di Nuoro, è noto anche come “Martisperri“. Quindi oggi non resta altro che festeggiare rendendo omaggio alle nostre antiche tradizioni carnevalesche dando sfogo alla più fervente fantasia.

di Loretta Meloni

Immagine di copertina(Carnevale) photo credit: ilturista.info

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