“La crescita di un Paese non scaturisce solo da fattori economici, dipende dalle istituzioni e dalla fiducia dei cittadini verso esse”. Queste le parole che Mario Draghi ha usato ieri in Senato per riassumere il suo progetto politico. L’uomo del “Whatever it takes” sembra dunque preoccuparsi anche per gli elettori italiani, che nella sfida in cui sono coinvolti, dovranno accettare di rinunciare a qualcosa: ma solo per il bene comune. L’Italia risulta attualmente l’unico Paese europeo in cui è ancora attivo il blocco dei licenziamenti, offrendo cassa integrazione, pagata dal debito pubblico, a tutti; ma è anche vero che si classifica come uno di quelli in cui i sussidi per chi perde il lavoro sono davvero ridotti: le difficoltà cui gli italiani devono combattere nel trovare una stabilità lavorativa non sono mai diminuite.
Eppure tutto questo deve finire. Draghi, per questo, ha una grossa responsabilità alle spalle: si apre davanti a lui la possibilità – irripetibile – di configurarsi come l’uomo politico che ha teso una mano agli italiani, aiutandoli a tornare a galla. Dalla prossima settimana deve, infatti, varare il decreto che genera deficit per altri 32 miliardi in corso d’anno per dare sollievo a tutte quelle imprese rimaste chiuse in quest’anno pandemico e prolungare la cassa integrazione da Covid. Ma la sfida riguarda tutto il Paese, chiamato a varare immediatamente un sistema che vada incontro a tutti i disoccupati: un sistema che l’Italia non ha mai conosciuto.
Più sussidi aiutano a risalire a galla
Il blocco dei licenziamenti scade il 31 Marzo, ma l’intenzione è quella di prolungarli per almeno un altro mese, e progressivamente ridimensionarli a partire dai settori in minore difficoltà: terziario avanzato, agricoltura, edilizia, servizi in rete, parti dell’industria e della manifattura, ad esempio, sembrano quelli meno toccati dalla pandemia. Mentre per quanto riguardo il commercio – certamente tra i più sofferenti – si prevedono ulteriori aiuti a partire, probabilmente, da settimana prossima. Insomma, i presupposti sono tanti, e fanno tutti ben sperare. A patto che la pandemia non decida di giocare brutti scherzi, riservandoci una nuova riacutizzazione. Ma le opzioni per Draghi restano comunque ridotte, e la strada verso la normalità appare certamente quella più percorribile.
Francesca Perrotta