Benvenuti nell’universo narrativo di StoryLine. È cominciato da qualche giorno il Festival di Sanremo ed abbiamo deciso di dedicare il nostro racconto a questo grande evento della musica e televisione italiana. Non potevamo, infine, non fare riferimento alla vicina Festa della donna e non ispirarci all’attualità

Sanremo, l’inizio

Correva Elena e correva quasi più del vento. Correva disperatamente lontano da chi diceva di volerle bene a ma che di certo non voleva prenderla per un abbraccio. Eppure proprio una continua minaccia la stava curiosamente spingendo a realizzare il suo sogno come le faceva notare l’Ariston in festa di fronte a lei pronto per una nuova imminente serata del festival di Sanremo. C’era un gran via vai di gente affaccendata nei preparativi. Immergersi in quel affresco festante aveva fatto dimenticare ad Elena il vero motivo per cui era qui. Dimostrare a quell’orco di suo marito che non era solo una sguattera, come diceva lui, ma poteva davvero diventare una cantante pur non avendo il fisico di certe modelle.

Un desiderio costante di affermazione nato tra una sberla e l’altra dopo che tutto era cominciato quasi sempre perchè lei non voleva obbedire al marito. L’unica giornata libera dai continui litigi con il compagno era quell’8 marzo considerata dall’orco una festa importante che Elena aveva incredibilmente diritto di passare da sola. Una tregua di facciata che si sarebbe ripetuta anche quest’anno se Elena non avesse smesso di obbedire andando a vivere il suo sogno per sentirsi di nuovo liberamente donna. Così eccola a li a mandar giu una semplice zuppa di lenticchie perchè doveva, a suo dire, mantenere la linea per il vestito della serata. Aveva persino preparato una canzone per lasciare senza fiato il pubblico in sala e a casa. Era tutto perfetto se non fosse che Elena non aveva invito perchè in fondo nessuno sapeva che fosse una cantante.

Abbiamo dedicato questa puntata di StoryLine a Sanremo e alla Festa della donna
Riprese a camminare nervosamente, immagine realizzata dal pittore Sergio Totaro

Un sogno impossibile

All’inizio, presa dal brio dell’aria diversa che improvvisamente si ritrovava a respirare, si era convinta di farcela ugualmente agganciando qualche produttore musicale o qualche giornalista per farsi scrivere un pezzo ed attirare l‘attenzione. Già se li vedeva i titoli de telegiornali pronti a parlare di Elena, la nuova fata del Sud che aveva incantato l’Ariston mentre le radio trasmettevano in continuazione le sue canzoni. Sognava un principe azzurro che la venisse a prendere in limousine tutti giorni. Un uomo che avrebbe sostituito le rose agli schiaffi. Era li a fantasticare su una panchina quando lo vide. Cercò improvvisamente di negare tutto visto che lui non si era accorto di lei ma la verità era evidente. L’orco era arrivato fino a qui cercando sicuramente di riportarla indietro con le sue false promesse.

Riprese a camminare nervosamente cercando di capire dove potesse nascondersi per non essere riportata nuovamente in prigione. Ando avanti ininterrottamente per ore voltandosi per vedere di tanto in tanto se l’orco la seguisse. Doveva aver camminato almeno per 10 chilometri quando decise di fermarsi cedendo il passo alla stanchezza. Di fronte a lei c’era il parcheggio del retro dell’Ariston con il suo andirivieni di auto. In quel momento si rese conto che il suo era solo un sogno e che non sarebbe mai entrata a Sanremo quasi come se qualcuno dello staff glielo avesse confessato in tutta franchezza. Restava però sempre l’incognita del marito che la stava cercando e che non la faceva sentire al sicuro. Cerco dire a se stessa nuovamente che si era sbagliata quando proprio in quell’istante lo rivide mentre guardava verso di lei salutandola.

Abbiamo dedicato questa puntata di StoryLine a Sanremo e alla Festa della donna
Scusate sono solo una donna comune, immagine realizzata dal pittore Sergio Totaro

Sono una donna comune

Corse disperatamente verso l’ingresso posteriore dell’Ariston non curandosi di alcune persone che cercavano di fermarla. “Uomini”, pensava, “non voglio più obbedire agli uomini ma solo a me stessa”. Elena continuava a correre mentre l’orco la inseguiva a sua volta inseguito da alcune bodyguard . Non sapeva neanche doveva stava andando e nemmeno le passò per la testa di chiederselo in quegli attimi in cui cercava disperatamente di viverre con tutta se stessa. Vestiti gettati in aria, fogli a terra, caffè rovesciati addosso, niente sembrava fermarla. Continuò ininterrottamente a correre finchè si trovo inaspettatamente all’ingresso del palco, nel punto in cui si accedeva alla famosa scalinata.

Si fermò un attimo per alcuni istanti prendendosela assurdamente con se stessa per non aver indossato un abito da sera. Poi il rumore del sogno fu spezzato dal rumore della realtà che gli segnalava l’arrivo imminente del marito come dimostravano alcune urla in lontananza. Elena fece dei grandi respiri credendo di svenire poi visto che il rumore non cessava decise di entrare in scena. Il presentatore sorpreso la guardò domandosi da dove fosse sbucata. Elena accortasi delle luci e dei flash quasi si dimenticò perchè era li. Poi d’improvviso si avvicinò al microfono tra lo stupore della gente e disse: “Scusate sono solo una donna comune, una che lavora tutti giorni che non è bella e che non è famosa. Sono una di quelle che vive prigioniera e che molto probabilmente avreste conosciuto solo se fossi morta ammazzata”.

Sul palco si divisero tra cui voleva fermarla e chi voleva continuare a farla parlare. Elena si voltò improvvisamente alla sua destra notando che il marito veniva allontanato. “Scusate il trambusto ma mio marito mi ha seguito fino a qui”, proseguì quasi singhiozzando. “A noi donne comuni, che ci facciamo vedere da morte nei telegiornali, non ci lasciano ma ci ingannano dicendoci di amarci e poi spezzano continuamente i nostri sogni. Io oggi sono qui perchè ho capito che non sono la serva di nessuno. Oggi ho capito che anche io sono libera e che anche io posso cantare”. Elena dopo aver parlato rimase ancora li qualche minuto ferma prima di essere allontanata dal presentatore. In seguito fu affidata ai servizi sociali mentre flash e telecamere l’assediavano. Aveva realizzato il suo sogno o forse uno più grande del suo come la libertà.

Stefano Delle Cave