E’ costellata di punti oscuri la morte di Lucia Raso, giovane 36enne veronese che ha perso la vita martedì notte a Landshut, in Baviera. Qualche giorno prima scherzava sui social, e poi il volo mortale dalla finestra dell’appartamento del fidanzato, Christian Treo, trasferitosi in Germania per lavorare come pizzaiolo, e a cui Lucia faceva visita in quei giorni. Perché lei, invece, era rimasta a Verona, al negozio di Yves Rocher di via Mazzini, dove faceva la commessa. I dubbi sulla vicenda sono molteplici: a partire dalla comunicazione della tragedia avvenuta con oltre 20 ore di ritardo, fino alla comunicazione fatta solo ai genitori di Christian, non a quelli della fidanzata che, da allora, stanno “combattendo in tutti i modi e le sedi possibili per avere verità e giustizia”.
Era iniziata come una giornata all’insegna della spensieratezza quella del 23 novembre scorso. Ma è finita in tragedia. Lucia, “innamorata della vita”, stava trascorrendo in allegria quella serata contrassegnata da una buona cena e molto alcool. Forse troppo. E forse non solo quello. Si trovava in compagnia del suo fidanzato 29enne e due camerieri siciliani, Francesco e Alessandro. Un’ora e mezza di allegria, terminate con quella caduta dal davanzale dell’appartamento vicino Monaco di Baviera, in cui i 3 ragazzi convivevano. Un volo dal primo piano che non le ha lasciato scampo, e a poco più di 100 giorni dopo, i dubbi e i misteri si infittiscono, anziché diminuire.
Le due verità sulla morte di Lucia Raso
Da una parte, c’è la verità di Christian, che continua a parlare di “tragico incidente”, perché Lucia “è scivolata”. Dall’altra, i due camerieri, che gli puntano il dito contro svelando scenari molto più gravi: “Se sei uomo – hanno dichiarato ai microfoni di Chi l’ha visto, rivolgendosi al fidanzato di Lucia – devi dire la verità, Christian, racconta cos’è realmente accaduto quella sera”. Due versioni contrapposte che per ora fanno prevalere solo il silenzio della magistratura: quella tedesca sembra propendere per la pista della ‘fatalità’, ma l’Italia ha aperto un fascicolo contro ignoti pressa la Procura di Roma a cui spetta il dovere di indagare, perché Lucia era una cittadina italiana, pur essendo morta all’estero. “Al momento non ci sono indagati”, ha precisato l’avvocato di Christian, Massimo Dal Ben. Ma l’ipotesi è omicidio.
“Attendiamo i risultati dell’autopsia – ha nel frattempo dichiarato la mamma della vittima – vogliamo la verità, abbiamo organizzato una raccolta fondi per sostenere le spese legali che questa nostra battaglia comporta. Lo facciamo per Lucia, troppe cose non tornano, molti particolari non quadrano”. La famiglia, inoltre, ha aperto una pagina Facebook denominata “Verità per Lucia”, in cui vengono postate interviste televisive che nelle ultime settimane hanno rilasciato sia il fidanzato di Lucia che i due camerieri coinvolti, durante la trasmissione condotta da Federica Sciarelli. Un vero e proprio processo mediatico, insomma, che non smette di arricchirsi di ulteriori rivelazioni, come quella fatta da Christian nell’ultima puntata di Chi l’ha visto, nel servizio realizzato da Nicola Endimioni e Irene Fornari, dicendo che aveva “deciso di tacere per rispetto dei genitori di Lucia”. Poco prima di cadere nel vuoto, pare che la ragazza gli avesse rivelato “che stava male, era convinta che le avessero messo qualcosa nel bicchiere e indicò i miei due coinquilini”. Mentre una settimana fa, uno dei due camerieri, Francesco, ha affermato tutt’altro, ovvero che “Christian e Lucia avevano litigato, lui l’ha presa per un braccio e l”ha trascinata per portarsela in camera”. Ma Treo ha subito replicato “Eravamo felici, stavamo vivendo un sogno, non le avrei mai fatto del male”. Nel frattempo “Noi vogliamo solo la verità”, insistono i genitori.
Francesca Perrotta