Esce oggi su tutte le piattaforme musicali Tribù Urbana, il nuovo album di inediti di Ermal Meta, vincitore morale del festival di Sanremo. Meritava assolutamente il primo posto oltre al già meritatissimo premio per la Miglior composizione musicale ‘Giancarlo Bigazzi’ . Il disco contiene 11 nuovi brani, tra cui Un milione di cose da dirti.
L’album racconta ed evidenzia l’altissimo livello di scrittura e di musicalità dell’artista, sia quando dà voce ai sentimenti, sia quando racconta il mondo attraverso storie di vita, ed attraverso i suoi occhi. Questo è un disco che decisamente ha qualcosa da dire e lo fa in modo schietto e diretto. I testi hanno un ruolo fondamentale, sono pieni significato ed evidenziano come il cantautore si senta libero di esprimere i propri pensieri, il suo vissuto e di aprire uno spiraglio sul mondo.
Le dichiarazioni di Ermal Meta su Tribù Urbana
Ermal Meta ha parlato di Tribù Urbana durante una conferenza stampa a cui ha presenziato giorni prima della sua partenza per Sanremo, a cui ha partecipato con la canzone “Un milione di cose da dirti”.
Queste le sue parole a riguardo:“Ho scritto ‘Tribù Urbana’ mettendomi in platea, immaginando di essere parte del pubblico e non di chi sta sul palco. Mi sono messo nei panni di chi viene a vedere i miei concerti. (…) Il suono di questo disco è una commistione di cose diverse, non sono rimasto all’interno di un solo genere, ho cercato di metterci dentro un po’ tutto quello che ho provato e ascoltato. Volevo fare qualcosa di controcorrente. Questo è un disco ‘strano’, a cui ho lavorato con la voglia di libertà e di correre quando non ci era permesso farlo.”
A proposito di Un Milione Di Cose Da Dirti invece, Ermal ha dichiarato: il brano nasce circa 3 anni fa, quando stavo attraversando un periodo particolare – spiega l’artista – Era da poco iniziata la mia carriera da solista e la mia vita era piena di scosse di assestamento. Avevo un blocco emotivo interiore e l’unica cosa che potevo fare era scrivere una canzone per potermene liberare, perché avrei voluto dire un sacco di cose in quel momento. Mi sono messo in gioco parlando con qualcuno che in quel momento lì non c’era.”
La tracklist di Tribù Urbana ascoltabile anche su Spotify
1. Uno
Questo brano si riferisce a chi ancora crede che siamo tutti diversi, come dice sempre Ermal Meta” siamo tutti sotto lo stesso cielo”
2. Stelle cadenti
Stelle cadenti è stato definito dallo stesso Ermal “una fotografia da ubriaco, molto artistica, ma anche poco nitida”.
3. Un milione di cose da dirti
Una canzone molto semplice per dire tutte quelle cose che non si riescono a dire a parole; ci pensa la musica a parlare per noi
4. Il destino universale
Il brano racconta storie appartenenti a quelle vite della Tribù Urbana che vanno raddrizzate in qualche modo. Bisogna avere molto coraggio anche quando si pensa di non farcela. In Il destino universale l’ artista ci propone fotografie in sequenza, che rappresentano una realtà quanto più contemporanea possibile. In questo brano Ermal parla di sé in prima persona: “L’autore ha 13 anni e non vuole morire, della vita non sa niente tranne che la vita è importante”.
5. Nina e Sara
Il brano rispecchia una società in cui le persone non sono libere di amare, non sono libere proprio per niente in realtà. Sono tanti gli ostacoli che questa coppia incontra “Nina, sei una bambina, tu non sai cos’è l’amore”. In questo pezzo Ermal racconta un po’ della propria storia. Per scriverlo l’autore ha scavato nel suo passato fino ad arrivare al ricordo di quello che era un suo amore adolescenziale, finito solo quando “Nina” ha trovato la sua “Sara” , ed ha potuto appurare cosa fosse quel velo di malinconia che lui stesso leggeva negli occhi della ragazza.
Tribù Urbana, No Statisfaction…
6. No Satisfaction
Dei concetti essenziali per rappresentare in maniera minuziosa il nostro, qualsiasi, vissuto quotidiano. Questo brano è il singolo che ha anticipato l’uscita di questo album ed è quello che definiremmo un cambio di rotta dell’artista.
7. Non bastano le mani
È una canzone incalzante, i suoni e le parole crescono irrefrenabili, un po’ come avviene con la rabbia quando si accumula e poi esplode. “se guardi il cielo dicono ti crescono le ali e per voltare certe pagine non bastano le mani” canta Ermal.
8. Un altro sole
Ermal canta la speranza, canta desiderio che il sogno appena fatto si avveri. Tuttavia non dobbiamo dimenticarci che per realizzare i nostri sogni deve esserci anche la forza e la volontà di far avverare sul serio quello che vogliamo.
Ermal Meta, la voce degli invisibili
9. Gli invisibili
Tutti nella vita, qualche volta ci siamo sentiti invisibili agli occhi degli altri e forse anche davanti ai nostri occhi. “E penserai che la vita fa male e ci crederai che così sia normale, ma ti solleverai scambiando la pelle con qualcuno come te, Siamo gli ultimi di questa lunga fila, siamo quelli che ci manca ancora una salita, quelli che vedi quasi sempre sullo sfondo, gli invisibili che salveranno il mondo”. Sono gli “invisibili”, racconta Ermal, che salveranno il mondo con la loro purezza d’animo e la gentilezza in questa Tribù Urbana, e tocca corde dell’anima che nessuno è capace di toccare, è come se scavasse nel nostro passato, nel nostro presente, nei nostri meandri più profondi.
10. Vita da fenomeni
Ermal Meta cerca tra i meandri della memoria, e ritrova quei cassetti che restano sempre aperti per ricordarci che siamo cresciuti, per ricordarci il cammino della nostra vita
11. Un po’ di pace
Spesso in amore, l’unica cosa che può guarirci è proprio quella che ci fa ammalare. Vorremmo trovare un po’ di pace cercandola tra le braccia di quella persona che era il nostro rimedio a tutto. L’unica cosa che ci farebbe stare bene sarebbe un suo abbraccio, una chiacchierata, una passeggiata in riva al mare, raccontarci tutte quelle cose come si faceva un tempo e sentire la sua voce e la sua risata che riecheggiano nell’aria, bastava poco. Ermal Meta infatti canta: “Cerco solo un po’ di pace, sentire la tua voce, sapere che ci sei, tu che sai fare luce quando il sole tace. E ritornare a quelle notti sulla spiaggia tutti intorno al fuoco ci bastava poco“.
Concludendo l’album è ricco di emozioni, ricco di quello che Ermal Meta ci ha donato scavando nel profondo del suo vissuto, di se stesso, è un album che parla da solo, e che mette in luce alcune realtà che spesso vengono ignorate, ma può darsi che attraverso la musica e la voce di Ermal qualcuno finalmente le nota e magari inizia un po’ a rifletterci su.
Ilaria Cipolletta
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