Il lockdown ha stravolto le vite di tutti, ma sopratutto quella dei ragazzi e dei bambini. Dalla Dad (didattica a distanza) alla pubertà precoce. Da quando è iniziato il lockdown hanno continui sbalzi d’umore, un corpo che non riconoscono tanto. E’ cresciuto non solo in altezza. Dal nulla sono spuntati i peli pubici e quelli sotto le ascelle, il seno è esploso, è spuntata la barba, le dimensioni del pene e dei testicoli sono aumentate, la voce è più profonda. Sono arrivati anche il primo ciclo e la prima erezione a decretare l’inizio inesorabile della pubertà. Solo che per questi bambini non si tratta dello sbocciare di un’adolescenza come le altre, ma dell’inizio di una malattia che si chiama pubertà precoce. I casi di questo sviluppo sessuale prematuro sono più che raddoppiati durante il lockdown. Tanto che solo l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma nel 2020 ha visto presentarsi nel suo ambulatorio 224 bambini con pubertà precoce, contro i 93 bambini seguiti nel 2019.
Che cosa è la pubertà precoce? Esiste una cura?
La ricerca scientifica la descrive come una malattia rara con un’incidenza nel nostro paese in media di 3 nati su 1000. A soffrirne sono quasi esclusivamente le bambine: 9 pazienti su 10 sono di sesso femminile. L’ospedale ha deciso di avviare uno studio per comprendere quali fattori abbiano provocato l’aumento dei casi in così poco tempo. Lo studio osservazionale è stato condotto dagli specialisti del reparto di Endocrinologia del Bambino Gesù. Il professor Marco Cappa che ha dichiarato: “In una prima fase abbiamo visto negli ambulatori un numero importante di bambini con pubertà anticipata, dopo avere appurato che i casi erano più che raddoppiati rispetto all’anno precedente, abbiamo deciso di condurre una ricerca per capire quali sono le motivazioni dietro questo fenomeno”.
La Cura
Fortunatamente il 90% dei bambini è curabile con un trattamento in grado di bloccare la crescita precoce. Al restante 10% però i farmaci non vengono somministrati perché la pubertà è arrivata quando il bambino era molto vicino all’età fisiologica e la terapia non avrebbe avuto efficacia. Questi bambini verranno seguiti da specialisti che li aiuteranno a convivere con la patologia. L’aspetto più delicato diventa quello psicologico. La dott. Teresa Grimaldi Capitello, responsabile della psicologia clinica del Bambino Gesù, ha dichiarato: “È comune in questi ragazzini il ritiro dalle relazioni perché si sentono diversi fisicamente dai loro coetanei che sono ancora dei bambini. Quando non è possibile bloccare la pubertà precoce si notano delle alterazioni dell’umore, irritabilità, stanchezza, mancanza di motivazioni a fare le cose”. Tutto ciò è spesso accompagnato ad un sentimento di vergogna per la crescita del seno o per l’inizio della masturbazione, fenomeni assolutamente normali in età puberale, ma che in delle bambine così piccole possono essere vissuti con disagio. Queste bambine, sottolinea la dottoressa Capitello, “tendono a proteggersi ritirandosi dal mondo sociale perché si percepiscono come diverse dai loro coetanei. Su queste bambine si fa un lavoro di accettazione“. Cruciale diventa più che mai il ruolo dei genitori, in un momento estremamente delicato della crescita dei figli.
Questi bambini sono destinati ad avere una statura al di sotto della media. Un metro e cinquantasei per le femmine, un metro e sessantadue per i maschi. Sono queste le altezze massime a cui possono aspirare i pazienti una volta diventati adulti. La pubertà precoce infatti non provoca soltanto una tempesta ormonale nei bambini ma determina anche una precoce chiusura delle cartilagini di accrescimento osseo. Per cui questi bambini smetteranno di crescere molto prima del tempo dovuto e avranno una statura minore rispetto ai coetanei.
Lo stile di vita del lockdown è la causa: Alimentazione, sedentarietà e pc sul banco degli imputati
Attraverso un questionario il gruppo guidato dal professor Cappa intende scoprire se, come sospettato, lo stile di vita imposto dal lockdown abbia causato l’impennata di casi a cui hanno assistito. “L’attività fisica ridotta, l’uso di tablet o pc e l’aumento della quantità di cibo mangiato quotidianamente possono avere scatenato un meccanismo ormonale alla base dell’aumento di casi”. continua il professor Cappa, “questi meccanismi possono provocare la pubertà, mentre gli stessi meccanismi su un ragazzo di 15 anni provocherebbero solo l’obesità“.
Che l’alimentazione incida sulla quantità di tessuto adiposo è risaputo, quello che molti ignorano è però che tale tessuto è attivo ormonalmente e incrementa la quantità di estrogeni. Se all’aumento del tessuto adiposo si aggiunge la sedentarietà, si diminuisce l’azione del sistema neuroendocrino. Durante l’esercizio fisico c’è una maggiore secrezione di ormone della crescita e si bruciano zuccheri, ma un bambino che non si muove non brucia. “È come se avesse troppo carburante in corpo senza riuscire a smaltirlo”, sottolinea il professore. Il terzo elemento è la didattica a distanza, che costringe milioni di bambini a stare immobili davanti al pc. Secondo il professor Cappa “il computer è indiziato perché quando si guarda la televisione o il pc si consuma meno di quanto si consumi quando si dorme, perché durante il sonno ci si muove, davanti al tablet si sta incollati”.
Un cocktail di fattori che ha causato l’aumento di peso in molte persone durante il soggiorno forzato a casa. Non a caso il consiglio degli esperti è quello di fare attività fisica anche a casa, mangiare delle porzioni di cibo adatte all’età e limitare il più possibile l’uso di dispositivi elettronici.
Alessia Scrima