Save The Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, punta i riflettori su una questione tragica che purtroppo persiste da sei anni in Yemen: milioni di bambini rischiano la vita a causa dei bombardamenti, di malattie o rischiano di morire per la troppa fame.

Yemen: la testimonianza di una madre

“Stavo tornando a casa con un amico e volevo andare a trovare mio fratello quando l’esplosione ci ha travolti. Sono rimasto immobile. Cercavo mio fratello, ho visto un uomo anziano a terra. Poi una persona in moto mi ha portato via da lì e siamo andati in ospedale. Io vorrei solo pensare a giocare e non alle bombe”. Queste sono le parole di Omar (nome di fantasia), rimasto ferito in uno dei molteplici bombardamenti che in Yemen sono all’ordine del giorno. Coinvolto anche Mahmoud, fratello maggiore di Omar. “Chiedo al mondo di fare qualcosa per mettere fine alle sofferenze dei bambini a Taiz. Mi chiedo perché una bomba debba uccidere un bambino che sta solo giocando. Questo è il crimine più grave di tutti: si distruggono le vite dei bambini e delle loro madri. Omar non fa che ripetermi che spera ci sia un’altra esplosione così potrà tornare a giocare con suo fratello in paradiso”, è la testimonianza di Fathiya, la mamma di Omar.

Da una crudele, ma purtroppo veritiera statistica, si è calcolato che negli ultimi tre anni, in Yemen, tra le vittime civili 1 su 4 era un bambino: 2.341 minori (il 22,85% del totale) che hanno perso la vita tra il 2018 e il 2020 a causa di un conflitto che, il 25 marzo, segna il suo sesto anniversario. Spiega l’Organizzazione che questo numero rappresenta le vittime confermate, ma potrebbero essere molte di più. 1,8 milioni di bambini sotto i 5 anni di età, risultano attualmente malnutriti, tra i quali circa 400 mila affetti da gravi forme di malnutrizione. Nel Paese, inoltre, 2 milioni di bambini sono tagliati fuori dalla scuola, privati così del diritto fondamentale all’istruzione e ancora più esposti a gravi rischi riguardo alla loro protezione. Solo lo scorso anno, Save the Children ha identificato e assistito 316 bambini sopravvissuti ad almeno una delle sei gravi violazioni contro i minori in contesti di conflitto. 

Il paese sta attraversando forse il periodo più buio della sua storia, 2 persone su 3 hanno urgente bisogno di aiuto per sopravvivere. Per quanto riguarda i bambini, 11,3 milioni necessitano assistenza umanitaria. Il tutto è condito da uno scenario ancora più tragico causato della grave povertà e della grande carestia che sono ormai caratterizzanti del paese. I tagli incombono sulla popolazione, a partire dagli aiuti, passando per il collasso economico, e terminando agli attacchi alle infrastrutture civili come scuole e ospedali.

Yemen, le dichiarazioni di Save di Children

Xavier Joubert, Direttore di Save the Children in Yemen ha affermato: “I bambini yemeniti vivono da sei anni un incubo orribile e senza fine. Continuano a essere uccisi e feriti quasi quotidianamente. Vanno a letto affamati, vedono persone che muoiono di fame e non posso andare a scuola. Ogni giorno i bambini rischiano di morire o di restare feriti se si avventurano fuori; sono vittime dei frequenti bombardamenti che prendono di mira luoghi nei quali dovrebbero sentirsi al sicuro, come case, scuole, ospedali e mercati. Tutte le parti in conflitto devono mettere in atto il prima possibile un completo cessate il fuoco, che deve servire come apripista per un impegno verso la pace e una soluzione politica a questa guerra: è l’unico modo per porre veramente fine a questa catastrofe umanitaria”. L’Organizzazione ha spiegato che purtroppo le parti in conflitto si sono mostrate assolutamente indifferenti alla situazionale sociale e alle vite umane, tanto da attaccare anche le infrastrutture civili.

Save the Children è attualmente impegnata in Yemen per raggiungere i bambini più vulnerabili in tutto il Paese, attraverso interventi per garantire loro accesso a cibo adeguato, assistenza sanitaria, istruzione e protezione dalle violenze. Dall’inizio della crisi, l’Organizzazione è riuscita a raggiungere più di 4 milioni di bambini, grazie al lavoro dei suoi operatori sul campo impegnati senza sosta per tutelare i loro diritti fondamentali.

Giulia Di Maio