Non accenna a scemare l’ondata di violenza sulle donne che ogni giorno riempie le cronache del nostro paese: a farne le spese, questa volta è stata una ragazza della Bassa Bresciana. L’aguzzino, il fidanzato 25enne residente nella stessa zona, dopo averla picchiata, l’ha rapita e costretta a camminare nuda per i boschi della Valsabbia pretendendo che si scusasse per l’intenzione di interrompere il rapporto. L’uomo attualmente è in carcere.

Violenza a Brescia: l’accaduto

I due ragazzi, entrambi operai, si erano conosciuti un anno e mezzo fa e poco prima del primo lockdown avevano deciso di andare a convivere. Per il primo periodo la convivenza è proceduta senza intoppi, poi l’uomo è diventato sempre più aggressivo e ossessivo. Una gelosia malata, a detta della ragazza alimentata da amici comuni, inizia ad insinuarsi nel rapporto. “Dimmelo che hai un altro, lo so” continua a ripeterle e decide di seguirla in ogni momento della sua giornata, tanto che la accompagna al lavoro ogni mattina e le controlla periodicamente il telefono. Lei cerca di allontanare da sé le accuse ingiustificate del compagno, ma a nulla valgono i suoi tentativi. Fino allo spiacevole epilogo, l’ultimo atto di una storia marcia.

Il fatto

Negli ultimi tempi le liti si erano fatti sempre più frequenti e quattro giorni fa lui arriva perfino a picchiarla. La ragazza si accorge che così non si può più andare avanti e gli intima di andarsene da casa, entro le 14 del giorno successivo, orario in cui lei finirà il suo turno di lavoro. Lui, a primo impatto, accetta stranamente senza resistenza, ma il giorno successivo va a prenderla a lavoro: un altro confronto inutile, al termine del quale lei gli dice che sta valutando se procedere con la denuncia. A questo punto si scatena la furia. L’uomo carica i bagagli dentro il furgone e la aspetta, quando torna la obbliga a salire sul mezzo e inizia a picchiarla e a urlarle contro: “Tanto ti ammazzo, e poi ci vado io dai carabinieri, a costituirmi”. I vicini chiamano le Forze dell’Ordine. Viaggiano per tre quarti d’ora- come poi racconterà la ragazza- su strade sterrate fino ad arrivare a Vestone. Qui lui la obbliga a denudarsi, eccezion fatta per le scarpe, e a camminare per il bosco intimandole di scusarsi per aver interrotto la relazione e a confessare il presunto tradimento.

Le ricerche

I Carabinieri, che apprendono sconcertati cosa stava avvenendo dai nastri di telecamere presenti nella zona, iniziano le ricerche. Non conoscono i nomi dei due ragazzi e vi risalgono grazie alla targa del furgone e alla società di noleggio; intanto le celle telefoniche localizzano a Vestone i due ragazzi. I carabinieri avvertono la madre di lei, che vive a Lumezzane, e le suggeriscono di chiamarla dicendo che i carabinieri li stanno cercando per alcuni chiarimenti riguardo un incidente in auto che li ha visti protagonisti qualche giorno prima. La ragazza, fortunatamente, risponde e nel parlare fa lunghe pause. Il ragazzo di fronte alle parole della madre della compagna la fa rivestire e arriva in caserma, a Lumezzane, dove era stato convocato per il sinistro. Qui, all’ingresso viene ammanettato e, nonostante i suoi dinieghi, viene incarcerato su convalida del giudice chiesta dal pm Alessio Bernardi. La ragazza, invece, dopo le visite mediche è stata trasferita in una casa protetta.

Giulia Moretti