Le partite Iva avranno presto la possibilità di accedere agli 11 miliardi che stanno per essere stanziati a fondo perduto. Vediamo alcuni accorgimenti necessari per presentare una domanda corretta, e di conseguenza ridurre al minimo la possibilità di essere scartati.
Partite iva, linee guida per accedere ai fondi
Sebbene manchi la comunicazione ufficiale dell’agenzia delle Entrate, la nuova tornata da 11 miliardi di euro di aiuti a fondo perduto è pronta. Manca da fissare l’orario di apertura della piattaforma telematica con cui imprese, professionisti, autonomi e agricoltori, potranno inviare la domanda di accesso ai nuovi sostegni. Potranno accedervi coloro che dimostrino ricavi o compensi 2019 fino a 10 milioni di euro e una flessione del fatturato di almeno il 30% nell’anno della pandemia. Per l’invio ci saranno 60 giorni di tempo da martedì 30 marzo a venerdì 28 maggio 2021.
In questo modo si eviterà il click day e, al contrario, il suggerimento è di compilare correttamente il modello di domanda e soprattutto di controllarlo attentamente prima di schiacciare il pulsante “invio”. La recente esperienza dei ristori di luglio e di quelli di Natale, infatti, ha evidenziato come alcuni scarti delle domande di adesione siano stati dettati proprio da errori durante la compilazione della domanda. Vediamo quali sono le trappole da evitare per non perdere il diritto all’accredito diretto (o al credito d’imposta per chi lo preferisse).
Il limite dei ricavi
Uno dei requisiti di accesso al fondo perduto è il limite dei 10 milioni di euro di ricavi o compensi. Per non commettere errori nella determinazione del valore riferito all’anno d’imposta 2019 arrivano in soccorso i modelli della dichiarazione dei redditi presentati nel 2020. Una persona fisica in contabilità ordinaria potrà quindi recuperare il dato corretto e conosciuto al Fisco, nel rigo «RS11». Mentre per quella in contabilità semplificata il rigo di riferimento è «RG2, colonna 2». Se la persona fisica è un professionista, i compensi saranno nel quadro Re della dichiarazione Redditi e precisamente al rigo «RE2, colonna 2».
Il calcolo per chi svolge più attività
Per i richiedenti che svolgono più attività il limite dei 10 milioni di euro per l’accesso al beneficio è dato dalla somma dei ricavi o dei compensi riferiti a tutte le attività esercitate. Nel caso di un agricoltore o di chi svolge attività agricole, il valore di riferimento è il volume di affari indicato nella dichiarazione Iva 2020 (campo VE50). Se poi non fosse presente, alla dichiarazione Iva il valore utile da recuperare per il fondo perduto è l’ammontare complessivo del fatturato o dei corrispettivi del 2019.
L’attivazione della partita Iva e il fatturato
A meno che la data di attivazione della partita Iva non sia successiva al 31 dicembre 2018, altro requisito fondamentale è la perdita media mensile nell’anno 2020 di almeno il 30% rispetto alla media mensile del fatturato del 2019. Infatti si ricorda che i contribuenti che hanno attivato la partita Iva tra il 1° gennaio 2019 e il 31 dicembre 2020 dovranno escludere dal calcolo del fatturato e dei corrispettivi le operazioni effettuate nel mese di attivazione della partita Iva. Si valutino quindi solo le operazioni effettuate dal primo giorno successivo all’attivazione della partita Iva. Insomma se la partita Iva è aperta da metà maggio 2019 il fatturato e i corrispettivi utili ai fini del fondo perduto saranno quelli riferiti da giugno e dicembre 2019.
L’Iban per il bonifico
Nel 2020 le domande scartate dall’agenzia delle Entrate per errata indicazione delle coordinate bancarie di accredito del bonus a fondo perduto, sono state molte. L’agenzia delle Entrate nella guida al fondo perduto del decreto Sostegni, dice che non è quello possibile indicare nella domanda un Iban riferito a un conto corrente non intestato al soggetto che richiede l’aiuto e identificato con il codice fiscale. In sostanza il codice fiscale e l’intestazione del conto corrente devono riferirsi allo stesso soggetto che accede al fondo perduto. In caso di difficoltà si consiglia di contattare la banca o l’ufficio postale.
Correzioni possibili ma a tempo
L’Agenzia consente di rimediare ad eventuali errori presentando una domanda al fondo perduto sostitutiva. Il tempo a disposizione per una nuova istanza scade comunque nei 60 giorni in cui la piattaforma di accesso è aperta e dunque fino al 28 maggio 2021. La possibilità di inviare una domanda sostitutiva può essere preclusa al contribuente quando arriva l’attestazione del mandato di pagamento o il riconoscimento del credito d’imposta. Per poter inviare una domanda sostitutiva, dunque, dovrà comparire ancora la scritta «in lavorazione» o «sospesa». Una volta che il Fisco riporta l’esito della domanda nella sezione dell’area «Contributo a fondo perduto –Consultazione esito» del portale «Fatture e corrispettivi», non ci sarà più la possibilità di modificare l’istanza.
Questi dunque i principali accorgimenti da tenere a mente durante la compilazione della domanda. La cosa che ad ogni modo si raccomanda alle partite iva è grande attenzione durante la compilazione della richiesta.
Giacomo Cattani