Il senato ieri ha respinto la mozione di Fratelli d’Italia che chiedeva l’interruzione del Cashback, la misura volta a incentivare i pagamenti in digitale. Contrari al partito guidato da Giorgia Meloni sono stati 114 senatori, 20 a favore, 89 astenuti. Ad astenersi Forza Italia, Italia Viva e Lega. L’assemblea ha invece approvato un ordine del giorno della maggioranza che chiede di misurare l’efficacia del Casbhack e attuare eventuali correttivi. Voti a favore 190, contrari 20, 13 gli astenuti.
Il governo Draghi respinge l’offensiva dell’opposizione, ma è intenzionato a modificare il Cashback. Come cambierà?
Sembra scontato un restyling del Caschback varato dal governo Conte nell’autunno 2020. Il governo Draghi è intenzionato a rivedere la misura che ha un costo di 5 miliardi l’anno. Già da tempo il ministro dell’Economia Daniele Franco sta ragionando sul da farsi. “Si tratta di una misura di sostegno ai consumi che sta anche cambiando le abitudini degli italiani. Sono aumentati del 34 per cento i pagamenti digitali di piccoli importi, cioè sotto i 10 euro. E del 56 per cento quelli effettuati nei negozi di prossimità” ha spiegato la viceministra dell’Economia Laura Castelli.
Oltre Fratelli d’Italia a fare pressione ci sono i ristoratori che chiedono una sospensione del Cashback e destinarne le risorse ricavate ai settori più colpiti dalle misure anti-pandemiche. “A fronte dei 250 mila posti di lavoro persi chiediamo di aumentare gli aiuti per i ristoratori, tra i più colpiti dalle chiusure, con sussidi mirati per i canoni di locazione, utilizzando se necessario le risorse destinate al cashback, a costo di stoppare l’iniziativa per i pagamenti digitali che in questa fase non risulta prioritaria e che è vittima pure lei delle chiusure”, dice al Messaggero oggi Roberto Calugi di Fipe-Confcommercio. Il quotidiano prosegue spiegando che al Mef resta in piedi l’ipotesi di interrompere il Cashback con un semestre d’anticipo, vale a dire alla fine dell’anno. Si risparmierebbe così circa un miliardo e mezzo di euro, una cifra ricavata dai minori rimborsi previsti.
Il governo si sta interrogando sull’efficacia della misura economica attraverso una rigorosa valutazione dei costi e benefici. I numeri dicono che a dicembre il Cashback contava più di 4 milioni di utenti attivi, a oggi sono 7 milioni su un totale di 8 milioni aderenti al programma. Va anche aggiunto che solo il 35 per cento degli iscritti con transazioni valide, 2,5 milioni di iscritti, ha effettuato 50 pagamenti elettronici e perciò superata la soglia con la quale si ottiene il premio. Per ricevere il bonus c’è tempo al 30 giugno. Il totale delle transazioni fino a qui supera quota 380 milioni. Gli strumenti di pagamento attivati sono quasi 15 milioni. In netto calo iscrizioni giornaliere medie se si pensa che a febbraio si contavano più di 20 mila iscritti e a oggi si fatica a raggiungere una quota di 10 milia iscritti giornalieri.