Oggi si celebra in Israele la Giornata per le vittime dell’olocausto. Al suono delle sirene, il Paese intero si è fermato per un minuto di raccoglimento in ricordo dei 6 milioni di ebrei sterminati dai nazisti e dai loro alleati durante la Seconda Guerra Mondiale.
Yom HaShoah
Dal tramonto di ieri Israele è a lutto per Yom HaShoah. La Giornata del ricordo della Shoah viene solennemente celebrata otto giorni prima del giorno dell’indipendenza, nel 27esimo giorno di Nissan secondo il calendario lunare ebraico.
La cerimonia principale – trasmessa in diretta da tutte le reti televisive – ha avuto luogo in serata al museo Yad Vashem di Gerusalemme alla presenza del capo dello Stato Reuven Rivlin, del presidente della Knesset Yariv Levin e del premier Benyamin Netanyahu.
Sei sopravvissuti all’olocausto hanno acceso altrettante torce in ricordo dei sei milioni di ebrei sterminati dai nazisti e dai loro collaboratori nella Seconda Guerra Mondiale.
Nella Giornata del ricordo vengono letti per ore i nomi degli ebrei morti nella Shoah, mentre alla Knesset i parlamentari ricordano i loro congiunti vittime dei nazisti. Cerimonie di commemorazione si svolgono anche nelle scuole. In Israele vivono tuttora 175 mila sopravvissuti alla Shoah. La Giornata del ricordo fu celebrata per la prima volta nel 1951 e la data scelta per la commemorazione è vicina all’inizio della rivolta del Ghetto di Varsavia, il 19 aprile 1943.
Il discorso del premier Netanyahu
Nel discorso di Netanyahu non è mancato un riferimento all’attualità e all’annosa questione del nucleare iraniano: “L’accordo sul nucleare con l’Iran torna adesso sul tavolo. Ma la storia ci ha insegnato che accordi con regimi estremisti non valgono alcunché. Ai nostri amici ripeto: un accordo con l’Iran che spiani la sua strada verso armi atomiche che ci minacciano di distruzione – un accordo siffatto non ci impegnerà”. “Nella Shoah”, ha aggiunto il premier israeliano, “Non avevamo la forza per difenderci, né la sovranità. Eravamo senza uno Stato e impotenti. Oggi abbiamo uno Stato, abbiamo la forza di difenderci e siamo determinati a farlo”. Netanyahu ha anche esaltato la figura del dirigente della Pfizer Albert Burla, “figlio di ebrei di Salonicco scampati allo sterminio shoah” e adesso impegnato in uno sforzo internazionale per salvare vite umane con i suoi vaccini.
Gaia Radino