Monsignor Antonio Michele Crociata induce le vittime di abusi a non denunciare, considerando “esagerato” il post del giornalista Gianfranco Criscenti, con cui incita a contattare il 1522, in caso di violenza domestica. Un palese invito a non denunciare e a subire in nome della famiglia.

Violenza domestica- Photo credits: web

Generano scalpore le parole su Facebook di Monsignor Antonio Michele Crociata, sacerdote di Castellammare del Golfo, che invita le donne a non denunciare abusi e violenze. “Tra marito e moglie… può capitare”. Così il prete siciliano ha minimizzato la complessità del tema riguardante violenza domestica. Il sacerdote ha reputato “esagerato” il post del giornalista Gianfranco Criscenti, con il quale ha spronato le vittime di abusi a chiamare il 1522, numero d’emergenza operativo in tutta Italia 24 ore su 24.

La nascita della vicenda

La vicenda è nata dopo l’incoraggiamento a denunciare di Criscenti, a seguito della condanna all’ergastolo di Antonino Borgia. L’imprenditore di Partinico è stato infatti accusato di aver ucciso nel 2019 con dieci coltellate Ana Maria Lacramioara Di Piazza. “Se il compagno o marito ti alza le mani, anche una sola volta, scappa via. Il perdono potrebbe costarti la vita. Agisci subito e mettiti al riparo. Contatta il 1522, la polizia o i carabinieri”, è quanto scritto dal giornalista. Il commento di Crociata sotto il post non si è fatto attendere. Un palese invito a non denunciare e a subire in nome della famiglia. Evoca parole quali “perdono”, “tolleranza” e “amore per i figli”: termini che non possono sussistere di fronte ad una violenza, qualsiasi essa sia. E tra un “può capitare” e un “bisogna accettare”, ricorda però, quasi con una funzione di contrappeso, che non “bisogna esagerare”.

Le parole di Monsignor Antonio Michele Crociata- Photo credits: web

La posizione inamovibile del sacerdote

Dopo le sue parole, lo stesso Criscenti e altri utenti, hanno invitato Monsignor Antonio Michele Crociata a rivedere la sua posizione e a riflettere su quanto scritto. Tuttavia la posizione di Crociata è inamovibile e, rincarando la dose, rimarca con fermezza quanto detto. “Ci si lascia, soprattutto, perché si vuol bene più a se stessi che ai figli. Se i figli, al contrario, si volessero bene più di se stessi, le separazioni e i divorzi diminuirebbero del 90%. Per quanto riguarda le virtù non bisogna mai dimenticare che le virtù si coltivano in continuazione e, anche se non si riesce a raggiungere la perfezione, la loro presenza, pur in percentuale non ancora alta, è da sola in grado di far superare le difficoltà. La verità, invece, è che spesso non ci sono virtù, c’è poca o niente religione, i figli non si amano quanto e come si dovrebbe (ma si ama, soprattutto, se stessi) e i cervelli sono spesso malati più di quanto non si immagini”.

Monsignor Antonio Michele Crociata conclude poi affermando che “l’egocentrismo è tra i mali maggiori, ma può essere curato con una medicina efficace: l’altruismo. Ci vuole, soprattutto, dedizione verso il coniuge e verso i figli”. C’è una linea sottile tra credere in determinati valori, qualsiasi essi siano, e diventare schiavi di essi stessi: linea che non dovrebbe essere oltrepassata. Incomprensioni, diffidenze, errori, mancanze, debolezze non giustificano alcuna forma di violenza.

Il numero per denunciare- Photo credits: web

Le modalità per denunciare

Youpol è l’app realizzata dalla Polizia di Stato per segnalare episodi di spaccio e bullismo, è stata estesa anche ai reati di violenza domestica. L’app è caratterizzata dalla possibilità di trasmettere in tempo reale messaggi ed immagini agli operatori della Polizia di Stato. È inoltre possibile dall’app chiamare direttamente il NUE, e dove non è ancora attivo risponderà la sala operativa 113 della questura. In aggiunta, si può contattare il numero verde 1522 attivo 24 ore su 24.

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