Superlega, Florentino Perez non si arrende e rilancia. Il numero uno del Real Madrid, dopo lo stop alla competizione varata da dodici club europei, ha rivelato che il progetto continuerà ad esistere e che nessun club ha abbandonato la nave. I comunicati emessi dalle società separatiste all’alba delle numerose critiche, piovute da ogni lato del mondo, sembrano aver dato un taglio netto con il nuovo. Il dirigente spagnolo, però, ci ha tenuto a precisare che la Superlega non è affatto morta.

Superlega, Florentino Perez sicuro: “Non è morta”

Tra noi 12 c’è sempre stata una società inglese meno convinta degli altri, e che ha contagiato negativamente il gruppo. Tra le altre società inglesi ci sono diverse persone in là con gli anni, si sono spaventati. Ci sono tanti americani che hanno club in Nfl, in Nba, hanno altri interessi, non si aspettavano questa aggressività, si sono preoccupati. Avevamo un accordo vincolante ma abbiamo preferito farci da parte“. Questa le parole di Florentino Perez in merito al naufragio della Superlega rilasciate a El Larguero della Cadena Ser. Il club inglese titubante è il Manchester City.

Il presidente della nuova competizione, messa in stand-by, continua: “Non possiamo intraprendere azioni legali però si, tra noi c’è un accordo vincolante. Il nostro non è un campionato chiuso, può entrare chiunque; non vogliamo uccidere i campionati; i giovani non guardano più il calcio, vogliono vedere un Nadal-Federer tutte le settimane; il calcio è asfissiato dalla crisi, non arriveremo al 2024 se non troviamo più soldi. Abbiamo deciso di prenderci una pausa per cercare di spiegare un progetto al quale abbiamo lavorato per tre anni. E che forse abbiamo illustrato male. Ma non ce ne hanno dato il tempo, ci hanno attaccato con un’aggressività incredibile“.

Nessuno si è sfilato dal progetto: “Ci hanno voluto uccidere, come se avessimo tirato una bomba atomica. In vita mia non avevo mai visto tanta aggressività. Aggressività di gente che non vuole perdere i propri privilegi. La Superlega non è morta. Dicono che la Juventus se n’è andata, e non è così. Dicono che il Milan se n’è andato, e non è così. Anche gli inglesi sono ancora dentro, come il Barça. Siamo ancora tutti dentro perché per uscire bisogna pagare una penalizzazione“.

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